Stemma della Famiglia Manzoni, XIX secolo Lecco,Villa Manzoni del 1840.
Il quadrisavolo dello scrittore, Giacomo Maria Manzoni, fu il primo ad insediarsi a Lecco al Caleotto (un complesso inscindibile di villa padronale, giardino e fondo agricolo, coltivato a viti per la produzione del vino, e a gelsi, per l'allevamento dei bachi da seta)
e fu il fondatore della potenza lecchese della famiglia. Molti documenti, all'archivio di Stato a Milano, riguardano questo personaggio sia per le sue attività economiche sia per i suoi incredibili processi. Egli costituì nell'arco di un quarantennio un potentato economico basato sull'estrazione dei minerali di ferro dalle miniere della Valsassina e la produzione del ferro a Lecco in un altiforno, quello della Soglia, con l'impiego di centinaia di operai. La produzione siderurgica del lecchese era importante perchè le autorità spagnole ricorrevano ad essa per armare gli eserciti.
Altiforno "alla norvegiana",XVIII secolo, Lecco, Villa Manzoni
Nemica dei Manzoni fu la famiglia Arrigoni. Più interessanti per un incredibile legame al mondo manzoniano dei Promessi sposi sono i documenti relativi alle cause per omicidio, nel 1621 e nel 1630 a quella relativa alla accusa di essere il mandante durante la peste degli untori della Valsassina, di aver fabbricato "unto pestifero" e di abbandonarsi, coi suoi parenti, a pratiche di stregoneria e ad orge." L'accusa partì dal deputato della Sanità, Giovanni Ambrogio Arrigoni, che aveva fatto arrestare alcuni monatti, accusandoli di essere degli untori. Questi, torturati, confessarono e furono messi a morte. Gli sventurati, ...tanagliati con ferro rovente, per la strada tagliata la mano destra, spezzate le ossa con la ruota, e in quella intrecciati vivi...dopo sei ore (furono) scannati, bruciati i cadaveri e le ceneri gettate nel fiume; così recita, in latino, un documento dell'epoca, in cui troviamo le stesse parole della descrizione del supplizio degli untori della Storia della colonna infame.Un'indagine ordinata dal senato di Milano dimostrò che tutte le accuse a carico di Giacomo Maria erano state inventate dallo stesso deputato della Sanità per rovinare i Manzoni, nemici ereditari della sua famiglia. Giovanni Ambrogio Arrigoni, che aveva ordito la macchinazione, fu arrestato ma riuscì a fuggire. E' davvero singolare il fatto che nessuno dei contemporanei che si occuparono della vicenda abbia mai messo in dubbio che i tre monatti condannati a morte fossero dei veri untori e non, come era evidente, anch'essi vittime delle calunnie dell'Arrigoni".
Fonte: Gian Luigi Daccò, Itinerari manzoniani a Lecco, Electa,1992 pp.10-13