Opere

Antonio Rosmini


Antonio Rosmini

Il primo riferimento puntuale di A.Rosmini ai Promessi sposi è del 1832 e si trova nell'Antropologia in servizio della scienza morale e concerne una dottrina fondamentale della psicologia rosminiana, riguardante uno dei limiti della libertà umana. Essa si trova al paragrafo 752 dell'opera citata:
"Dico dunque primieramente, che date nell'uomo come precedenti al suo operare delle volizioni virtuali e delle volizioni abituali, e ponendo che queste non soffrano cangiamento, finch'esse durano, limitano la libertà del suo operare, perocchè influiscono a determinarlo piuttosto ad una maniera che un'altra. Cominciamo dalle volizioni virtuali.
Indubitamente si dà nell'uomo un cotal stato della volontà già prevenuta, già inclinata verso qualcosa di vago che non conosce ancora, ma che rivelatolesi appena, ella il ravvisa tosto per quello appunto che secretamente volea, che andava cercando, e dice seco medesima: "Questo è l'oggetto da me bramato, questo è ciò in cui tendeva il mio affetto prima cieco ed incerto". Tale si è il fatto psicologico voluto dipingere nella storia di Gertrude ancora giovinetta nel monastero, quando prima ella s'udì parlare dalle compagne di conviti, e di veglie e sollazzi, che tosto trovò se stessa tutta cangiata. "Queste immagini", dice ivi non il romanziere, ma lo storico dello spirito umano, " cagionarono nel cervello di Gertrude quel movimento, quel bollore che produrrebbe un gran paniere di fiori appena colti collocato davanti ad un'arnia" Più sotto narra una altra gran mutazione nello stato e condizione della fanciulla dicendo, che Gertrude, varcata la puerizia, "s'inoltrava in quell'età cosė critica nella quale par che entri nell'animo quasi una potenza misteriosa, che solleva, adorna, rinvigorisce tutte le inclinazioni, tutte le idee, e qualche volta le trasforma, o le rivolge ad un corso impreveduto" Questo corso impreveduto suol essere secretamente diretto da quella che noi diciamo una volizione virtuale, la quale si rivela, cresce, si fa possente mediante lo sviluppo di quegli istinti co' quali ella ha dell'affinità e dell'analogia, e si completa finalmente rompendo in una volizione attuale quando trova realmente il suo proprio oggetto.