Cortazzone

La Gloria e la Croce



S. Bonaventura nel presentare la sua via alla Sapienza cristiana così scrive nel secondo paragrafo dell'Itinerario della mente in Dio:
Poiché dunque, seguendo il beatissimo padre Francesco, questa pace cercavo ( Chiedete quanto arreca pace a Gerusalemme Sal 121,6. Egli ben sapeva che il trono di Salomone è fondato sulla pace, come è scritto: La sua sede è nella pace, e in Sion è la sua dimora Sal 75,3) con spirito ardente, io peccatore che, benché indegno, sono il settimo suo successore nel governo dell'Ordine, accade che trentatrè anni dopo la sua morte (avvenuta il 3 ottobre 1226), mi recai per volere divino sul monte della Verna, come a un quieto rifugio ove cercare la pace dello spirito; e là, mentre meditavo sulle possibilità dell'anima di ascendere a Dio, mi si presentò, tra l'altro,quell'evento mirabile occorso in quel luogo al beato Francesco, cioè la visione del Serafino alato in forma di Crocifisso. E su ciò meditando, subito mi avvidi che tale visione mi offriva l'estasi contemplativa del medesimo padre Francesco e insieme la via che ad essa conduce.
3. Le sei ali del Serafino, infatti, possono ben simboleggiare i sei gradi dell'illuminazione, attraverso i quali l'anima, come per gradini o vie, si dispone a salire al godimento della pace nei rapimenti estatici della sapienza cristiana.(...) Per questa via non si va se non sospinti dall'ardentissimo amore del Crocifisso che rapì Paolo al terzo cielo, trasformandolo al punto che esclamò: Con Cristo sono confitto in croce. Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me.Gal 2,19-20. Questo stesso amore assorbì la mente di Francesco al punto che questi patì nella carne, portando per due anni impresse nel corpo, fino alla morte, le sacre stimmate della Passione. Dunque, la visione delle sei ali del Serafino suggerisce le sei illuminazioni ascendenti, che partono dalle creature e conducono fino a Dio, nel quale nessuno penetra rettamente se non tramite il Crocefisso. Infatti, chi non entra attraverso la porta, ma per altre vie, è ladro e brigante. Gv 10,1. Chi invece accede attraverso attraverso la porta entrerà e uscirà e troverà il suo pascolo. Gv 10,9. Per questo Giovanni nell'Apocalisse dice: Beati coloro che lavano le loro vesti nel sangue dell'Agnello, perché avranno diritto all'albero della vita eterna ed entreranno nella città santa per le porte, (Ap 22,14), come se dicesse che la contemplazione non è sufficiente per entrare nella Gerusalemme celeste, ma occorre passare attraverso il sangue dell'Agnello, che ne è come l'ingresso. (...) 4. (..) a costoro propongo le seguenti speculazioni, avvertendo che poco o nulla vale lo specchio esterno se lo specchio della mente non è terso e pulito. Dunque, o uomo di Dio, esèrcitati a percepire lo stimolo della coscienza che rimorde, prima di elevare gli occhi ai raggi della sapienza che rilucono in essa come in uno specchio, perché non avvenga che questa speculazione troppo luminosa non ti abbagli e tu non abbia a cadere in un più profondo abisso di tenebre.
San Bonaventura, Itinerario della mente in Dio, Prologo
La posizione di S. Bonaventura rispecchia la posizione della Chiesa fin da s.Agostino che ha sempre temuto che si andasse alla ricerca di quella sapienza in base alla quale s. Bonaventura può affermare in un altro scritto: Tutta la filosofia naturale mette in evidenza, secondo un rapporto di proporzione, la Parola di Dio nata e incarnatasi per essere l'Alfa e l'Omega, nata cioè in principio e prima del tempo, ma incarnatasi alla fine di tempi
(S. Bonaventura, Riduzione delle arti alla teologia),
mettendo in secondo piano o disprezzando addirittura la Croce di Cristo. Nell'epoca della modernità l'esperienza luterana del cristianesimo ha privilegiato quella che si chiama la teologia della croce contro la tradizione della teologia della gloria, sicché anche la religiosità del cattolicesimo post-tridentino si è espressa più sul piano della devozione e della pietà, ristrutturando anche l'interno delle chiese romaniche.


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