San Secondo di Cortazzone di Asti
Il lato sud della chiesa presenta due fiancate, una in alto
per la navata centrale e una
in basso per la navata laterale destra. Entrambe le fiancate presentano una successione
di archetti pensili, scanditi da colonnine pilastri e lesene. A metà si trova la porta.
Chi ha progettato l'ornamento di questo lato che appare a prima vista una decorazione
apparentemente ricca di fantasia, ha utilizzato le due pareti come se fossero uno spazio
per la scrittura simbolica di informazioni fondamentali per la conoscenza sia delle
circostanze della edificazione della chiesa sia di quel sapere che egli volle testimoniare e trasmettere.
Innanzi tutto, gli archetti in alto sono 35 scanditi in gruppi di 5,7,9,6,8, mentre la parete
in basso presenta 29 archetti, 16 dei quali prima della porta suddivisi in quattro gruppi
di quattro e gli altri dopo la porta, sono suddivisi in tre gruppi di tre e in un gruppo
di quattro. L'ultimo gruppo appare in uno spazio incorniciato da due pilastri
e da una serie
di otto e mezzo denti di lupo. La minuziosa descrizione dei ragruppamenti degli archetti non sarebbe
di per sé eloquente, se essa non permettesse di individuare i dati necessari
per calcolare il tempo degli eventi simbolici significativi non solo per tutte le
chiese cristiane, ma anche per il significato storico presente nel progetto costruttivo di
San Secondo, nel momento in cui si sta profilando uno scontro tra i comuni italiani e l'Impero.
La successione degli archetti pensili, seguendo il loro raggruppamento, in 16,9,4 appare unicamente
una struttura in funzione ornamentale perché non sono state poste le giuste domande. Tenendo
conto che l'ultimo gruppo presenta sugli archetti e sotto gli archetti delle successioni di
tacche, che non possono essere intese in funzione ornamentale, perché designano numeri,
e la forma di un archetto si ritrova nei codici medioevali per designare intervalli musicali, come
nel De Musica di Severino Boezio, allora quella successione fornisce i dati su cui operare per
trovare intervalli temporali rispetto ad una simbolica origine, rispetto ad un tempo zero,
che è dato dal plenilunio di primavera del 4787 a.C.
Gli eventi sono innanzi tutto quelli fondamentali della vita di Gesù, la sua nascita, l'inizio della
vita pubblica con il Battesimo e la sua morte (e sua risurrezione per i Cristiani) al plenilunio
pasquale di un certo anno.
Il raggruppamento intermedio, tre gruppi di tre archetti, presenta sulle fasce, un'aquila incorniciata,
con sopra un viso femminile, un capitello stranamente decorato e un volatile, che potrebbe essere una
colomba. Il raggruppamento esprime una successione sessagesimale 3,3,3 di mesi lunari, pari a 10893 mesi lunari, equivalente a 888 anni. Ora questo ciclo è attestato in due fonti, una riportata da Sant'Ireneo,
relativa a Marco il Mago e l'altra dagli Oracoli sibillini. Marco il mago, uno gnostico, contro
cui Ireneo, vescono di Lione, polemizza, riporta che la gematria del nome in greco di Gesł corrisponde
proprio a 888, e tale informazione si ritrova negli Oracoli.
All'esterno sulla facciata si notano le tracce di due aquile, mentre, qui sul lato sud, nel raggruppamento
intermedio, incorniciata, un'aquila che sta per distendere le sue ali per il volo. Il riquadro dell'aquila pensare ovviamente alla costellazione dell'Aquila, e sopra la cornice, un viso femminile che rimanda ad una stella della costellazione della Vergine. Quando l'Aquuila sorge, la stella della costellazione della Vergine passa al meridiano. Questo è il significato cosmologico uranografico, che diviene simbolo e metafora del l'ordine politico-istituzionale, essendo l'Aquila il simbolo del potere imperiale, mentre la vergine, fin dalla tradizione classica da Esiodo (la giustizia lasciò la terra per ritrovarsi in cielo nella costellazione della Vergine) in poi, è il simbolo della Giustizia. Si potrebbe dire che il potere imperiale sorge ed è visibile quando la giustizia regna su tutto il territorio: affermazione questa, conforme alla concezione politica di Federico I Barbarossa, la cui presenza in Piemonte è più volte attestata e al quale i signori di Cortazzone verosimilmente erano alleati, dipendendo il loro feudo dal vescovo di Pavia.. Dante mostra di conoscere la relazione della costellazione della Vergine alla Giustizia.
Nel Purgatorio il poeta latino Stazio rivolgendosi a Virgilio, gli rammenta alcuni versi della IV Bucolica, tra cui quel verso famoso: torna iustizia e primo tempo umano (XXII,71), quando nel testo latino si ha : Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna, già la Vergine, ritornano i regni di Saturno,. Il Medioevo interpretò questo verso come una profezia del cristianesimo. Nel De signis coeli dello pseudo Beda, un trattato con 40 disegni di costellazioni, il testo che si riferisce alla costellazione della Vergine inizia: Virgo quae et Iustitia appellatur, Vergine che viene detta anche Giustizia. Il trattato dello pseudo Beda si trova, ad esempio, in un codice (Casin. 3) all'archivio di Montecassino, insieme ad altri trattati di natura astronomica.
La dottrina del Sacro romano impero faceva esplicito riferimento all'affermazione dell'Impero romano come condizione per la diffusione del Cristianesimo e gli imperatori medioevali avevano il titolo di difensori della cristianità. Questa prospettiva sarà presente in modo particolare in Dante. Ciò che sta per ritornare è proprio il regno della Giustizia, come ritoorno della Vergine, mediante un rinnovamento dell'Impero. La IV Bucolica di Virgilio, scritta intorno al 40 a.C., nell'anno del consolato di Asinio Pollione, saluta un fanciullo che dovrà nascere, con il quale vi sarà un rinnovamento generale e sta per tornare persino la Vergine. Il console era stato uno degli protagonisti dell'accordo di Brindisi tra Antonio e Ottaviano, che diverrà il Cesare Augusto.
Tuttavia ben difficilmente crediamo che vi sia un diretto riferimento alla interpretazione medioevale della IV Bucolica, tanto più che la costellazione dell'Aquila sorge insieme al sole
durante il mese di Dicembre. Negli altri mesi prima o dopo il sole.
L'analisi dei risultati delle operazioni compiute sui dati (16,9,4) con il controllo della situazione del cielo mostra come vi siano ben 3 date relative a Dicembre. La prima, 6 dicembre 7 a.C., si trova 13 mesi prima della data simbolica per il Natale, e quando la costellazione dell'Aquila tramonta la Vergine non è visibile e nel cielo si trovano in
congiunzione Giove-Saturno. Non crediamo che il quadro dell'Aquila con il Viso femminile sopra la cornice
si riferisca a questa data. Mentre la data del 9 dicembre del 29 d.C., al plenilunio succesivo all'eclisse solare totale che interessò la Palestina,
la cui linea di centralità attraversò Damasco, terminando a Nicea, presenta il sorgere del sole alle ore 8 circa a Gerusalemme assieme alla costellazione dell'Aquila. L'eclisse solare del 29 d.C. ha una testimonianza in Flegonte di Tralles, ripresa dai Padri della Chiesa, ma con un errore di tre anni nella data. Il riferimento al plenilunio del 9 dicembre 29 d.C.
pare essere più che plausibile, tanto più nello stesso raggruppamento si trova il volatile che sembra essere una colomba.
Se a questa data aggiungiamo l'intervallo in mesi corrispondente all'arco di precessione di 16° (16-4)' 0" 37"', cioè 14426.5 mesi si giunge al novilunio con eclisse solare, visibile a Cortazzone del 1147.
Le mappe celesti per i due eventi mostrano come il regno della Giustizia simboleggiato dalla Vergine e dall'Aquila che sorge dipende dal significato dell'evento del battesimo di Gesł, inizio della sua vita pubblica con l'annuncio del regno e l'invito alla conversione, e dal preannuncio del Sacro romano impero con Federico I Barbarossa, che si poneva in continuitą
all'impero romano e al regno di Cristo.
L'esterno della navata laterale destra, rivolta a sud, presenta nella struttura architettonica dell'ornato
il riferimento soprattutto al primo capitello,
quello del fiore (profezia della nascita), dei pavoni contrapposti (eclisse solare totale che segna il tempo del battesimo) e la croce con il riferimento ovvio
al tempo della Pasqua ebraica durante la quale avvenne la crocifissione narrata nei Vangeli. Si può
forse ulteriormente vedere nella prima sequenza, 16,25,29 mesi che individua il plenilunio del 6 dicembre 7 a.C., 13 mesi prima del Natale, con la congiunzione Giove-Saturno, il riferimento a
un capitello e a un semicapitello (vedi figura) che presentano volute ioniche tipiche dei templi romani. Il fiore in mezzo alle due volute ioniche non è ancora sbocciato e rimanda al fiore sbocciato del primo capitello. Inoltre vi sono ben 13 conchiglie, che si riferiscono al periodo lunare ( in latino menstruum) a cui è associato il ciclo femminile. Ma questo riferimento ci pare ancora problematico.
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