Con il termine "parola" non intendiamo né il semplice fonema né la sua scrittura registrata in un lessico, ma l'atto di rivolgersi intenzionalmente ad un interlocutore con il quale chi si rivolge ha comunanza di vita, come quella della madre con il suo bambino, della maestra elementare con il suo scolaro,e così via.. mentre per CULTURA ORALE intendiamo la capacità formata di sapersi rivolgere a qualcuno secondo i contesti delle varie situazioni di vita. Il mondo della vita si costituisce e si sviluppa nella comunicazione fra persone, e l'apprendimento avviene mediante l'appartenenza ad un gruppo, ad una comunità. Il pensiero è diretto e concreto, situazionale e la sintassi della lingua è prevalentemente paratattica e i nessi sono generalmente temporali. Poiché l'oralità risulta essere l'unico canale di comunicazione pur in presenza di uno spazio percepito, che si riferisce ad un mondo comune agli attori della comunicazione, la dimensione privilegiata è quella del tempo e non quella dello spazio. Il problema delle civiltà pre-letterarie è quello della trasmissione di una memoria di racconti e di riti, mediante i quali sono conservate le informazioni e le conoscenze necessarie alla sopravvivenza della comunità e del gruppo. L'individuo in questa situazione non può sviluppare la coscienza di una sua possibile autonomia dal gruppo tribale. La propaganda mediante la radio è assimilabile al tam-tam di un tamburo nella foresta: è un richiamo tribale.
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