Opere
Beccaria e Verri
Cesare Beccaria
Cesare Beccaria fu un giurista ed un economista. Nato a Milano nel 1738 e morto nel 1794, era il primogenito del marchese Giovanni Saverio e di Maria Visconti di Saliceto. La sua infanzia e la sua adolescenza formarono il suo carattere scontroso e timido. Educato dai Gesuiti a Parma dagli 8 ai 16 anni, in un collegio la cui educazione in seguito fu giudicata "fanatica", conseguì la laurea in Giurisprudenza a Pavia nel 1758. Si scontrò con la famiglia per la sua decisione di sposare Teresa Blasco, conquistando in questa lotta con la viva consapevolezza dell'ottusità della tradizione nobiliare, la propria libertà interiore e l'esperienza di una rivendicazione del proprio diritto alla felicità. Nel 1762 nacque Giulia, la futura madre di Alessandro Manzoni.
La scoperta della filosofia con la lettura delle opere di Montesquieu, Helvetius, Buffon, Diderot, Hume, d'Alembert, Condillac e soprattutto di Rousseau diede una consapevolezza culturale alla sua ribellione ch'era stata fino allora sentimentale.
Partecipò allora all'Accademia dei Pugni, con giovani raccolti attorno ai Verri e in seguito alla rivista "Caffè". Il testo che lo fece conoscere in Europa nacque in questo clima culturale e fu Dei delitti e delle pene uscito a luglio del 1764 a Livorno dal Coltellini. Il successo fu immenso e travolgente. Aveva attaccato con violenza le atrocità giudiziarie dell'antico regime, le miserie umane e la depravazione della giustizia nelle forme sociali allora vigenti. Vennero criticate le denuncie segrete, l'infame uso della tortura nella procedura penale, il criterio secondo cui si comminavano le pene. Mediante questo attacco al sistema giudiziaro veniva in realtà attaccata la struttura sociale dell'antico regime.