Cortazzone
Il racconto dei capitelli
Entrando nella Chiesa dalla porta principale il fedele, alzando gli occhi, può vedere l'affresco di Cristo Docens assiso sul trono che riceve l'omaggio di due santi, di un vescovo con i suoi libri e un modello di chiesa e di un cavaliere con la spada e il suo castello. A corona lungo il bordo inferiore della conca dell'affresco una struttura a damier, a scacchiera, che si ritrova anche all'esterno nel lato sud della Chiesa.
Benché l'affresco sia posteriore, tuttavia esso è conforme , seppure non in modo palese e immediato, al senso che emergerà dal percorso di lettura delle figurazioni dei capitelli. Il sapere del santo simboleggiato dai suoi libri, per mezzo del quale le Chiese vengono adornate, anche se non vengono edificate, dipende dal libro che Cristo mostra aperto alla lettura: è un sapere ecclesiastico. Quel libro è il Liber revelationis ovvero detto in greco Apocalisse di Gesù Cristo, Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio ha donato a lui affinché mostri ai suoi servi...(Apoc.,I,1) come recita testualmente l'inizio dell' Apocalisse di Giovanni. Leggere le figurazioni dei capitelli, secondo un percorso di cultura, di sapere e di fede che non sono più quelli della contemporaneità richiede al lettore lo sforzo di passare dal piano di ciò che è ancora immediatamente palese per noi - come il simbolo della croce del primo capitello a destra, o la figurazione del sole a raggi falcati tra i pesci del primo capitello a sinistra - al piano in cui le domande sorgeranno, non tanto da ambiti disciplinari settorializzati, quanto dalla conoscenza dall'interno di quella cultura e di quel sapere, e orienteranno la ricerca delle risposte. Non a tutte le domande sarà possibile trovare risposte persuasive e convincenti, non solo per la mancanza di fonti scritte sullo straordinario e nascosto progetto di costruzione di S.Secondo non completamente attuato, ma perché quel sapere e quella cultura non è più la nostra da gran tempo, e sempre rischiamo di attribuire alla mentalità e alla fantasia irrazionale degli autori medioevali - così si continua a pensare - la nostra incomprensione del loro codice culturale di comunicazione, analogico e digitale se vogliamo dirlo secondo un nostro attuale sapere, nella costituzione del loro canone figurativo.
Il sole tra i pesci indica immediatamente e palesemente un tempo, un mese, quello pasquale per quell'epoca e appartiene al sapere del cosmo. Non è immediato comprendere perché tale rappresentazione sia in una chiesa del XII secolo e abbia un rapporto con la rappresentazione di Cristo seduto sul trono dell'affresco. Per ora si può ricordare che in quella chiesa e in altre per secoli alla liturgia del Sabato santo con la recita del Salmo 23 si inneggiava al Re di gloria, Rex gloriae, e con l'inno pasquale dell' Exultet si ricordava l'esultanza della moltitudine degli angeli, non rappresentati nella chiesa, e a quella della Terra, a quella Tellus, rappresentata nei rotoli dell'Exultet di tradizione cassinese e beneventana, come una donna adornata a Primavera, o come una donna con seni scoperti che allatta animali.
Arte e scienza