La terza fonte sulla costante della precessione nella cultura arcaica greca si trova nel mito della uccisione di Atteone, narrato da Apolloro (III,4,4):
"Artemide, irata con Atteone, perché l'aveva sopresa nuda mentre faceva il bagno, cambiò Atteone in cervo e istillò la rabbia nei cinquanta cani, che lo seguivano; essi non riconobbero il padrone e lo sbranarono.
Quindi morto Atteone, i cani cercarono dappertutto il loro padrone, e giunsero alla spelonca di Chirone, che lo aveva allevato; quivi egli plasmò un'immagine di Atteone, che calmò il dolore dei cani."
Questo racconto è rilevante per i simboli molto antichi che si trovano ( il simbolo del cervo è ben anteriore alla cultura greca) e soprattutto dà una traccia per sapere in che modo venne scoperta la precessione degli equinozi, a condizione di leggere questo mito come allusivo del ciclo della rivoluzione dei nodi lunari.
Il nodo lunare ascendente (= punto di intersezione dell'orbita lunare con l'eclittica) ogni 18,6 anni coincide con il punto vernale. Ora quando avviene questa coincidenza la luna sorge e tramonta rispettivamente in due punti estremi sull'orizzonte orientale ed occidentale nel periodo di meno di un mese.
Se calcoliamo la rivoluzione del polo celeste attorno al polo dell'eclittica per il periodo di tempo del ciclo dei nodi lunari, 18.6 anni, otteniamo questo valore:
1 rivoluzione = 15' 30"
2 rivoluzioni = 31'
4 rivoluzioni = 1° 2'
8 rivoluzioni = 2° 4'
.............................
Si trova che i termini che esprimono in gradi e primi l'intervallo temporale corrispondente al numero delle rivoluzioni dei nodi lunari sono in progressione geometrica. E' questa una relazione che può apparire solo dall'applicazione della conoscenza della precessione degli equinozi, valutata in cinquanta secondi per anno, nell'esprimere gli intervalli comprendenti un numero intero di rivoluzioni dei nodi lunari.
Dato Z un numero qualsiasi di rivoluzioni dei nodi lunari si avrà la seguente progressione:
(Z/4)° (Z/2)' comprendono Z rivoluzioni dei nodi lunari
Se invece di esprimere l'intervallo temporale, corrispondente a 4z rivoluzioni dei nodi, in valori angolari, si volesse esprimere il medesimo intervallo temporale in giorni e sessantesimi di giorno, corrispondenti alla differenza (As - At), si otterrebbe la seguente relazione:
1z ; 3z giorni = 4z rivoluzioni dei nodi lunari
che insieme alla precedente relazione esprime tutto il contenuto cosmologico del simbolo pitagorico - la tetraktys - presente nella formula del giuramento dei pitagorici. Secondo la formula del giuramento, la tetraktys contiene
la fonte e la radice della natura sempre fluente .
Per tetraktys i pitagorici intendevano i primi quattro numeri (1,2,3,4) la cui somma è 10, per cui essa veniva anche chiamata decade.
1° 2' = 1; 3 giorni = 4 rivoluzioni dei nodi
Nel primo membro della relazione è contenuto il periodo della rivoluzioni dei nodi. Intatti 1° 2' corrispondono a 3720" che divisi per 50" danno l'intervallo temporale di 74,4 anni equivalenti a 4 rivoluzioni dei nodi lunari, da cui
1Z = 18,6 anni
Se dividiamo 1;3 giorni per 4 si ottiene la differenza tra anno sidereo e anno tropico dopo 18,6 anni. Essa è equivalente a 6 ore, 18 minuti, da cui si ottiene la seguente relazione:
18,6(As - At) = 21/80 giorni
oppure
1488(As - At) = 21 giorni
In questa forma è forse rintracciabile in un racconto egizio sulla Disputa di Horo e di Seth, disputa che dura già da ottanta anni, e nell'altra in Omero, Odissea XII nell'episodio di Scilla e Cariddi:
La mostruosità di Scilla consiste nei suoi dodici piedi, nei sei colli lunghissimi e nelle tre file di denti:
Dodici sono i suoi piedi, tutti informi,
sei lunghissimi colli, con sopra una testa
orrenda e dentro tre file di denti
.......
mentre al verso 105 del XII dell'Odissea si legge che Cariddi tre volte al giorno vomita l'acqua e tre volte la risucchia.
Per Scilla abbiamo indicata la corrispondenza in gradi e primi di dodici rivoluzioni dei nodi
3° 6' = 12 rivoluzioni
mentre per Cariddi
3; 3x3 giorni = 12 rivoluzioni
la differenza (As - At) per il medesimo tempo di Scilla.
Senza la conoscenza di queste due relazioni ogni calcolo del tempo è impossibile, fa naufragio, come fa naufragio la nave di Ulisse.
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Se rivolgiamo lo sguardo alla cultura persiana e in particolare ad una Quartina di Omar Khayyan, ritroviamo la medesima relazione che caratterizza le fonti greche pitagoriche. Il grande matematico e astronomo e letterato si dichiarava puro pitagorico e le sue quartine sono caratterizzate dalla rima ternaria, cioé sono in rima il primo, il secondo e il quarto verso. Il terzo verso concerne qualcosa che non è in rapporto diretto con l'argomento del termine in rima.
La quartina n. 93 nella traduzione di Alessandro Bausani (Giulio Einaudi Editore, pag. 35) mostra quanto stiamo affermando: la metacomunicazione della sequenza 1,2,4 collegata ad un periodo di tempo che caratterizza un ciclo astronomico, e non semplicemente la durata degli studi del poeta.
Mai l'intelletto mio di distaccò dalla scienza,
Pochi segreti ci sono che ancor non mi son disvelati,
E notte e giorno ho pensato per lunghi settantadue anni,
E l'unica cosa che seppi è che mai nulla ho saputo.
Dal significato simbolico per il sapere arcaico di questa quartina concernente la scienza del tempo si può cercare di capire il significato simbolico delle fanciulle, del coppiere e del vino celebrati così insistentemente dal poeta e matematico persiano, se solo si rifletta sulla struttura dell'immagine greca dell'orologio cosmico.
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