Testo
La tradizione dei Veda viene fatta risalire per la sua parte più
antica al 1500 a, C, c.a. A questa tradizione si rifanno, più tardi, i racconti mitologici
sugli Dei dell'India.
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Traduzione
Per chi non conosce la lingua con la quale fu trasmesso
questo inno è necessario confrontare più
traduzioni, per saper riconoscere se lo stile di una traduzione,
inconsapevolmente, esprime una tendenza non riconducibile
al testo stesso. Ora nella scelta del lessico la recente traduzione
italiana pare tendere all'astratto, quando forse nel testo, vi sono
termini concreti.
Se confrontata con la traduzione che si trova in ANGELO MORRETTA, Gli Dei dell'India,
Longanesi, Milano 1966, pp. 280-282 si può già riconoscere la tendenza
all'astrazione. In 10.129.2 in una si trova non vi era ancora immortalità
mentre nell'altra né non-morte, in 10.129.3: a Allora quello che era nascosto dal
Vuoto, quell'Uno, emergendo agitandosi, mediante il potere dell'Ardore, venne in essere corrisponde
Allora, per forza dell'Ardore, L'Uno nacque da ciò ch'era ricoperto di vacuità
in 10.129,4: all'Amore corrisponde Desiderio; in 10.129.5 a Una linea netta separò
l'Essere dal Nonessere corrisponde Trasversale fu tesa la loro corda che lascia intuire una
operazione di misurazione; in 10.129.7: in una si legge: Colui che la contempla nell'alto dei cieli
con un sintagma che nella tradizione occidentale è un ebraismo, mentre nell'altra Colui che questo
mondo sorveglia dal cielo che lascia intuire un riferimento ad un trono nel cielo, da cui
governare e sorvegliare.
Lessico
Spazio a disposizione degli specialisti della lingua dei Veda
Grammatica
Spazio a disposizione degli specialisti di Sanscrito
Commento
La recente pubblicazione in traduzione italiana dei Veda,condotta sulla traduzione inglese
di Raimon Panikkar, permette al pubblico non specialistico, ma colto, di
accedere all'origine della tradizione culturale indiana. Tra tutti gli
Inni, quello che interessa nell'ambito delle ricerche sulla cultura arcaica
e sulla modalità sua propria di comunicare un sapere, il cosiddetto
Inno della creazione, Mandala, X,129 di sette strofe è per noi il più
significativo.
Il passaggio più importante si trova nella strofa 3, in cui è affemato che
tutto era "aqua indifferenziata" o "indistinta", rispondendo alla domanda della
strofa 1.c'era l'Aqua, insondabile e profonda? o nell'altra traduzione:
Era forse l'abisso inscandagliabile delle acque?. Con questa affermazione ci
troviamo nella più autentica tradizione degli inni della creazione, da quello
babilonese dell'Enuma Elis o a quello che si trova nella fonte P del Genesi biblico,
che colloca l'inno non in una improbabile meditazione metafisica, come alcune espressioni
potrebbero indurre, come venir in essere al termine della strofa 3 o l'altra della
connessione dell'Essere nel Nonessere che nel testo di Morretta recita "connessione
dell'essere con il non-essere. Lo studioso di Parmenide potrebbe infatti riconoscere
che il lessico dei suoi frammenti ha sullo sfondo una tradizione analoga a quella di questi passi
dell'inno vedico.
I vv. Fr.8,6-10: "Quale origine, infatti, cercherai di esso?
Come e da dove sarebbe cresciuto? Dal non-essere non ti concedo
né di dirlo né di pensarlo, poiché non è
possibile né dire né pensare
che non è [in che modo non è]
mostrano chiaramente la somiglianza alla problematica dell'Inno vedico, rispetto
a cui la posizione parmenidea appare essere la più recisa negazione.
L'inno vedico ha altri riscontri nella tradizione greca arcaica. D'altronde sia Esiodo
che Parmenide pongono Eros come "primo
nato" (Esiodo) o come "il primo determinato dalla dèa"(Parmenide), come si legge nella strofa 4
dell'inno. Ora nella cultura greca Eros, corrispondente al Cupido latino, ha una precisa collocazione
uranografica, essendo il nome di una stella della costellazione del Toro: Adelbaran o "occhio del Toro", cioè
alpha Tauri. Questo riscontro permette di tentare una lettura cosmologica dell'inno vedico, a
partire dalla struttura del sapere arcaico, quale si trova in altre tradizioni culturali, per suggerire agli
indologi una via di lettura che solo loro possono confermare o smentire a partire dai testi della
loro specializzazione.
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Cosmologia
Copyright 2001 Giovanni Ferrero