Il prof. Giovanni Piana (Filosofia teoretica, studioso di storia delle teorie musicali e di Filosofia della musica,Università di Milano,), presenta e commenta un testo indiano del XIII secolo, di cui qui trascriviamo l'inizio per le informazioni storiche, necessarie per un'ipotesi di lettura cosmologica del cosiddetto triangolo di Sarngadeva.>
Nel trattato intitolato Oceano della musica (Sangitaratnakara) [1]uno dei più importanti testi classici della tradizione teorico-musicale indiana, Sarngadeva propone uninteressante digressione matematica sulla quale ci vogliamo anzitutto soffermare[2].
Nella sezione quarta del capitolo primo [3] Sarngadeva si propone raccogliere in una ununità tutte le permutazioni possibili delle sette note della scala sagrama illustrando anche un metodo pratico per il loro completo dominio. Precisamente si tratta di realizzare una duplice operazione: da un lato, ad ogni permutazione deve poter essere associato un numero, dallaltro deve essere possibile«estrarre» da un determinato numero - ovviamente compreso tra 1 e il numero massimo di permutazioni possibili - la permutazione ad esso associato.
[1] Sarngadeva, Sangitaratnakara, testo sanscrito e traduzione inglese di R. K. Shringy, vol. I, Varanasi 1978, p. 208. Talora il titolo viene reso con Oceano di gemme della musica. «Ratnakara» può essere tradotto con «mare, oceano» ; oppure con «miniera di gemme» (jewel-mine, sea, ocean M. Monier-Williams, A Sanskrit-English Dictionary, Oxford 1899 (1990)) - Sono debitore di molti stimoli per largomento di questo saggio, oltre che di un concreto aiuto bibliografico, a Francesca DellAcqua, che ha svolto nel 1994-95 una tesi di laurea intitolata «Teorie della musica e filosofia nel Sangitaratnakara di Sarngadeva» presso linsegnamento di Filosofia Teoretica da me tenuto, con correlazione di Carlo Della Casa. - Una stesura preparatoria di questo lavoro è stata presentata al convegno organizzato dal Seminario Permanente di Filosofia della musica, Dipartimento di Filosofia dellUniversità degli Studi di Milano, svoltosi a Gargnano, Palazzo Feltrinelli, 29 settembre-1 ottobre 1997.
[2]. Siamo nel XIII secolo, in unepoca che viene considerata di transizione tra la musica antica e la musica medioevale. M. R. Gautam propone di distinguere la storia della musica indiana in tre grandi fasi, la musica antica, medioevale e moderna. Le prime due possono essere considerate come concluse approssimativamente nel XIII secolo e nel XVIII secolo, mentre la terza arriva ai nostri giorni. M. R. Gautam, Evolution of Raga and Tala in Indian Music, New Delhi 1993, p. IX. Sarngadeva viene trattato nel cap. IV, pp. 61 sgg.
[3] Sangitaratnakara, 63c-71, cit. p. 208-220.
Alla base della cosmologia arcaica,per il calcolo delle longitudini del sole alle lune nuove (congiunzioni) e alle lune piene (opposizioni), c'è un modello (presente nel Sistema A) ben conosciuto dagli studiosi (Kugler, Neugebauer, ...) dell'astronomia babilonese.
Esso si basa sulla suddivisione del percorso apparente del sole sulla sfera delle stelle fisse nel sistema geocentrico in due archi lungo i quali il sole presenta nel tempo di una lunazione incrementi angolari costanti. Vi sono pertanto due punti di discontinuità e due velocità angolari e due archi. Il rapporto tra le due velocità, a volte, è pari al rapporto di un intervallo musicale (generalmente un semitono). Questo aspetto lega l'astronomia alla teoria musicale.
Quale linea e quale colonna deve essere presa in esame? Il termine numerico 4320 si trova alla sesta colonna e non deve più comparire. Sulla base di questa ragione si è formata la seguente linea e colonna: