Accingendomi a scrivere la biografia di mio marito, mi sono chiesta quale fosse il modo migliore per esprimere il tesoro di cultura che egli ha accumulato in tanti anni di ricerca e di meditazione. Mi sono anche domandata se avessi avuto la capacità di sintetizzare efficacemente il percorso umano e culturale articolato e assai complesso, che negli ultimi venticinque anni abbiamo condiviso quotidianamente con emozione grande ed intensa gioia ad ogni nuova scoperta.

Poi ho riletto il discorso di congedo con il quale mio marito ha salutato gli amici e i colleghi della facoltà di Scienze della Formazione all'Università di Genova il 9 ottobre 2005 (due mesi prima gli era stata diagnosticata la malattia che lo ha portato nella luce di Dio il 6 giugno 2006): non dovevo scrivere nulla, aveva già scritto tutto lui.

Lo propongo così come egli lo ha concepito, integralmente e senza alcuna modifica neppure formale: è il suo testamento spirituale.

Nicoletta Lavaselli


"Colleghi e amici,

Quando nel lontano anno accademico 1970-71, grazie all'apprezzamento del prof. M. F. Sciacca giunsi dall'Università di Torino alla Facoltà di Magistero di Genova ero un giovane studioso di A. Rosmini e grazie alla fiducia della prof. M.A. Raschini divenni suo assistente di storia della Filosofia. Quegli anni furono anni di inteso lavoro e da loro appresi qualcosa che è ben più importante della ricerca e della riflessione filosofica, qualcosa che a modo mio non ho più dimenticato.

L'orientamento successivo mi portò allo studio di Aristotele e Platone e di tutti i Presocratici e contemporaneamente allo studio della scienza greca e di quella preellenica, (Babilonesi ed Egizi). Così poco per volta mi trovai fuori dall'ambito istituzionale filosofico.

Lo studio sistematico delle fonti mi fece vedere qualcosa di così insolito negli studi sull'antichità che da allora mi orientò e continua ad alimentare la mia attuale ricerca, fino a riconoscere analogicamente nelle fonti iconografiche greche ciò che avevo studiato nella scienza orientale. Esse apparvero non semplici illustrazioni di racconti-miti, ma rappresentazioni figurali composte secondo un codice derivante dalla struttura semplicemente tecnica della cosmologia arcaica.

Dover mettere insieme per tali ricerche testi greci e non, immagini ed espressioni matematiche rendeva quasi impossibile la loro pubblicazione per gli altissimi costi della composizione tipografica. Così mi accostai al mondo dell'informatica e di quei computer che allora permettevano l'inserimento di immagini, la scrittura di testi greci politonici.

Quando, in seguito, come rappresentate di Facoltà al Centro di Calcolo, capii che per la nostra Facoltà ci sarebbero state solo briciole, sollecitato dal progetto del Preside Vallega, mi dedicai alla organizzazione dell'Aula di Informatica. Così partecipai alla lenta trasformazione culturale dovuta alla innovazione tecnologica.

Se diedi a questa Facoltà la realtà e la possibilità di un ulteriore sviluppo, ciò che ricevetti fu il completo controllo informatico di tutti gli ambiti dei miei interessi di ricerca, con l'elaborazione personale di programmi ad hoc.

Misi insieme per lunghi anni, memoria storica, innovazione tecnologica e mutamento culturale. Di ciò sono grato al Preside Vallega e a tutti quei Presidi che in seguito fattivamente mi sorressero e apprezzarono.

Al codice iconico della pittura vascolare greca trovai il principio per la scoperta del codice narrativo dei testi letterari e religiosi, completando tutto l'ambito della comunicazione arcaica del sapere.

La cura dell'albero, sorto dagli studi giovanili, ha dato alcuni frutti, un po' acerbi per il terreno completamente nuovo (testi letterari, rappresentazioni figurali e architettoniche e multipli saperi tecnico-scientifici); ora è tempo di dedicarmi in modo sereno e continuativo affinché mostri a vari livelli di complessità l'ologramma dell'arcaico.

Da quell'ologramma sorse la nostra civiltà e cultura, che sta soccombendo a tutte le fratture e rimozioni per un mondo che non direi propriamente nuovo. L'antica via della formazione risulta oggi impossibile da perseguire e l'unico strumento cui si ricorre è l'orientamento senza la tematizzazione dell'orizzonte di chi orienta e dei diversi frantumati orizzonti di chi deve essere orientato. Le scienze della formazione non possono che ricorrere alle scienze umane, come loro base, ma esse sorsero nell'Ottocento e la formazione alla comunicazione, tema degli anni trenta dell' 900, non può fondarsi solo sull'elaborazione dei linguaggi formalizzati.

La scrittura per Platone è un farmaco per la memoria che dà l'apparenza del sapere. Che cosa può dare l'addestramento continuo a procedure che sono eseguibili da automi?

La mia esperienza sia della ricerca che del laboratorio di informatica mi suggerisce che se ad ogni disciplina offerta nella nostra Facoltà, non si affiancheranno seminari di lettura, scrittura e oralità, in un quadro storico-culturale, i giovani studenti non potranno uscire dalle retoriche imperanti e non potranno cominciare un giorno un loro cammino di formazione e di cultura.

Non mi resta che augurarvi un buon lavoro e soprattutto sereno, benché i tempi si annuncino difficili e dolorosi.

Un augurio a voi e a me.
"



Genova 9 ottobre 2005
Prof. Giovanni Ferrero
Storia della scienza e delle tecniche
Facoltà di Scienze della Formazione

Laureato in Filosofia all'Università di Torino nel 1969, relatore prof. Luigi Pareyson, già assistente di ruolo di Storia della Filosofia nel 1971, prof. associato di Storia del pensiero scientifico nel 1982, già organizzatore responsabile del Laboratorio di Informatica alla Facoltà di Scienze della Formazione negli anni 1990-2000, dopo la pubblicazione all'Accademia delle scienze di Torino della nota sul pensiero di A.Rosmini-Serbati, si è dedicato allo studio della filosofia greca e in questo contesto ha studiato la matematica ellenica e preellenica, giungendo verso gli anni 1980 ad individuare il progetto complessivo di una innovativa ricerca sulla cultura e la cosmologia arcaica, sui suoi codici di comunicazione e sui modelli aritmetici di calcolo delle espressioni temporali e delle longitudini del Sole e della Luna alle sigizie.
La responsabilità del Laboratorio di Informatica lo ha portato ad utilizzare la competenza informatica per le proprie ricerche e ad individuare le prime linee di uno statuto epistemologico di ciò che si può chiamare Informatica umanistica, che esige allo studioso del mondo antico, ad esempio, anche un mutamento culturale e metodologico per le ricerche nel proprio ambito disciplinare.




Giovanni Ferrero