IL CAPPELLONE DEGLI SPAGNUOLI

Ipotesi sulla genesi del progetto iconografico

Gli affreschi di Andrea Bonaiuti
Firenze - 1366-67

    Il priore dei frati predicatori fra' Zanobi di Bonaccio dei Guasconi, quando affidò il 30 dicembre 1365 ad Andrea Bonaiuti l'incarico di affrescare la sala capitolare, diede anche informazioni sui temi e sulle proprie aspettative. Purtroppo le fonti non ci informano su questo aspetto importante, sicché possiamo elaborare alcune congetture dall'analisi e dal confronto dei vari affreschi. Tralasciando i vari riquadri relativi alla crocifissione, resurrezione,pentecoste e ascensione, si può già rilevare che il registro compositivo della parete ovest,relativo alla esaltazione di Tommaso d'Aquino, sia ben diverso da quello dei vari riquadri del governo della Chiesa. Sullo sfondo di una rapprentazione realistica della chiesa di Santa Maria Novella, prima dell'intervento di Leon Battista Alberti, seduti sui loro troni si trovano il papa e l'imperatore, come rappresentanti del potere spirituale e temporale. Si trovano scene di vita religiosa e civile, la predicazione dei frati, e in alto dietro la chiesa l'invito





    a tralasciare, mediante la confessione, i piaceri della vita rappresentati da due musicanti, e salire verso la porta del paradiso. La processione dei santi si dirige verso l'alto dove sono mostrati i simboli della città celeste. Questa è una vera e propria comunicazione istituzionale pubblica del ruolo e funzione dell'ordine dei Domenicani all'interno della cristianità e ragionevolmente il pittore ha ricevuto istruzioni, non sulla disposizioni dei temi nello spazio dell'affresco, ma sugli stessi temi. L'esecuzione e la riuscita artistica è molto descrittiva e di immediata comprensione per un fiorentino della seconda metà del 1300. L'altro affresco, invece, si impone per il suo carattere immediatamente simbolico e, oltre l'esaltazione e celebrazione di Tommaso d'Aquino, non si coglie nulla di immediatamente descrittivo, ma tutto deve essere mediato dalla conoscenza della tradizione culturale delle scuole. Possiamo attribuire a fra' Zanobi l'indicazione esplicita delle tre figure di Ario,Sabellio e Averroè, il versetto della Sapienza scritto sul volume aperto e il pensatore sulla cattedra. Durante i successivi due anni è plausibile pensare che siano intercorsi tra il priore e il pittore un confronto e un dialogo su specifici temi, come quello degli inventori delle varie arti e scienze umane e divine. Tuttavia la mancanza di esplicite fonti non permette se non una generica congettura.
    Andrea Bonaiuti fu allievo dell'Orcagna e poprio dall'Orcagna è possibile trarre l'informazione che sicuramente il pittore della sala capitolare aveva. Nella chiesa Orsanmichele a Firenze l'Orcagna aveva composto un'Annunciazione all'interno di un esagono racchiudente sessantatre conchiglie. Esse indicano il numero dei mesi trascorsi dal Natale di Gesù al primo plenilunio dell'èra cristiana sicchè 72 sono i mesi partendo dall'Annunciazione. Si ricordi che lo stile fiorentino per la cronoloigia fa iniziare l'anno al 25 marzo, festa dell'Annunciazione. Con questa informazione è possibile calcolare i mesi lunari intercorsi non dal 25 marzo del 1 d.C. ma dall'evento simbolico del saluto dell'angelo a Maria fino al 30 dicembre 1365.
    Essendo verso la fine dell'anno si moltiplica 1365 per 365,25 giorni e si sottrae 27 giorni cadendo il primo plenilunio al 28 gennaio.

    1365*365.25 = 498566.25 giorni 498566.25 -27 = 498539.25 giorni


    Conoscendo il valore medio del mese sinodico, 29.5306 giorni, il numero dei mesi lunari intercorsi dal 28 gennaio 1 d.C. al 31 dicembre 1365 si ottiene dividendo il numero dei giorni per il periodo lunare. Non fu questa tuttavia la via seguita da Andrea Bonaiuti perchè quel valore medio per il mese sinodico non era ancora conosciuto. Per trovare il numero di mesi lunari era necessario ricalcolare il numero degli anni giuliani. Poichè l'ultimo plenilunio del 1365 avvenne il 28 dicembre si deve sottrarre tre giorni.

    498536.25 : 365.25 = 1364.9178.. anni giuliani


    Si divide il numero di anni così ottenuto per 72 e si moltiplica per 890.51 e si ottiene il numero di mesi lunari corrispondenti ad un periodo di tempo inferiore di 18.957 (= 1364.917/72) giorni. Al valore trovato si aggiunge mezzo mese tralasciando la parte decimale.

    1364.9178: 72 = 18.95719.. ; 18.951719 * 890.51 = 16881.567 mesi; 16881.5 + 0.5 = 16882 mesi lunari ;
    espressi nel sistema sessagesimale essi sono
    4,42,34

    Si può subito vedere che dodici mesi dopo, il terzo termine risulta essere la somma del primo con il secondo e soprattutto che può essere espresso in questo modo:

    4,49-7, 49-3


    Le figure totali dell'affresco dovrebbero pertanto essere quarantanove e trovandosi nell'espressione il sette, il quattro e il tre viene suggerito contemporaneamente il gruppo delle sette virtù suddivise in tre teologali e in quattro cardinali e il gruppo delle sette arti liberali costituite dal Quadrivio e dal Trivio. Tuttavia rappresentare solo le sette arti liberali sia pure con i loro storici inventori o cultori portava a ventuno le figure rappresentate in due spazi separati, in alto le sette virtù e in basso le quattordici arti con i loro inventori. Porre nella fascia intermedia ventotto figure avrebbe comportato uno squilibrio compositivo, difficilmente accettabile da un pittore. Infatti lasciando la posizione centrale alla cattedra di Tommaso d'Aquino con il gruppo degli eresiarchi, si avrebbero avuto dodici figure alla destra e dodici alla sinistra, che potevano essere i dodici apostoli e le dodici tribù d'Israele. Ma questa non fu la soluzione adottata da Andrea Bonaiuti. Poiché il termine temporale di riferimento per la composizione dell'affresco era il saluto dell'angelo a Maria e il profeta del Messia era stato Isaia, nell'affresco doveva comparire tale profeta il cui tempo veniva situato a 2,23,21 mesi lunari prima del saluto dell'angelo Gabriele. Poiché il tempo di Isaia dall'origine era dato da 14,2,12 mesi la fascia orizzontale in basso doveva presentare ventotto figure distribuite su due ordini. Le allegorie delle scienze e arti sui loro rispettivi troni e al di sotto i loro inventori e cultori. Le scienze e le arti non erano solo quelle del Quadrivio e del Trivio della tradizione classica, ma le scienze legate specificatamente alla tradizione cristiana e alla cristianità medioevale. Non è necessario domandarsi, se non in una ricerca di approfondimento, a quale divisione medioevale delle scienze faccia ricorso il pittore se a quella di REMIGIO DEI GIROLAMI OP morto nel 1319, che Dante probabilmente ascoltò, dopo il 1293, frequentando le scuole dei religiosi a Santa Maria Novella, oppure a quella di Vincenzo di Beauvais o ad altre ancora.
    In questo modo la fascia centrale avrebbe comportato cinque figure a destra e a sinistra della cattedra di Tommaso. L'accostamento di San Paolo ai quattro evangelisti non è usuale nell'iconografia medioevale, anche se dottrinalmente l'apostolo delle genti sia all'origine della esegesi biblica, sia patristica che medioevale.La sua presenza rimanda pertanto alle scienze divine della fascia inferiore, mentre i quattro evangelisti rimandano agli episodi dipinti nei quattro spazi della slanciatissima volta a crociera della sala. Assieme ad Isaia nel gruppo di sinistra si trovano Mosè, i re David e Salomone e Giobbe.
    La scelta di far comparire Mosè e Salomone forse dipende che l'intervallo in mesi tra

    La Rivelazione sul Sinai e l'Annunciazione
    è
    4,49-35,49-14 mesi = 15275 mesi;
    mentre quello tra
    Tempio di Salomone e l'Annunciazione
    è
    3,14, -13;-30 mesi = 11626.5 mesi

    Questa è semplicemente un'ipotesi ricostruttiva e il pittore dalla prima espressione ( 4,49-7, 49 -3 ) poteva scegliere un altro percorso per giungere alla soluzione del progetto iconografico, passando a considerare subito l'intervallo di 3,14,-13;-30 mesi (Tempio di Salomone - Annunciazione) con il quale avrebbe derivato le 14 figure della fascia intermedia. Le restanti ventotto figure si sarebbero disposte su due fasce non appena il pensiero fosse andato al profeta Isaia, il cui tempo dall'origine è misurato da 14,2,14-2 mesi. Le figure della prima e dell'ultima fascia risultano trentacinque sicché sarebbe stato indicato anche il tempo che intercorre dalla rivelazione sul Sinai al saluto dell'angelo, 4, 49-35, 35 mesi.


Il trionfo di san Tommaso d'Aquino

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