La Chiesa di S.Secondo in Cortazzone d'Asti è la più interessante chiesa romanica dell'astigiano, per quelle sculture e fregi e decorazioni medioevali che si trovano lungo il percorso delle vie di pellegrinaggio, che attraversando la Francia, portavano ai mercati di Francia e al santuario di S. Jacopo di Compostella in Spagna. Essa non solo è testimonianza di cultura e di fede cristiana, ma anche di un sapere comune agli uomini dotti d'allora, generalmente eclesiastici e monaci, sapere andato smarrito nei secoli, quel sapere che per il mistico francescano S. Bonaventura costituiva la sapienza cristiana. Per la mancanza di documentazione scritta è oltremodo difficile delineare il contesto storico-culturale entro cui acquista rilievo l'iniziativa dei signori di Cortazzone, diversi però dai quei Pelletta che vennero in seguito e si gloriavano di annoverare un Raimondo che aveva seguito Goffredo Di Buglione alla I crociata (1096-1099), nella edificazione della Chiesa. Essi dipendevano dal vescovo di Pavia che esercitava diritti signorili sul castello di Curtis Azonis, mentre la chiesa dipendeva forse dal vescovo di Asti. Il personaggio culturalmente più importante, a cavallo dei due secoli, fu S.Brunone (nato a ... e morto nel 1123), che fu vescovo di Segni e abate all'abbazia benedettina di Montecassino con un altissimo ruolo ecclesiastico al servizio immediato dei papi da Gregorio VII in poi. Si deve ancora ricordare un'altra figura. Nei primi anni del XII secolo,fino al 1132, fu vescovo di Asti il beato Landolfo di Vergiate dopo la sua esperienza a Gerusalemme con il vescovo di Milano.Può essere rilevante osservare che la sua formazione avvenne proprio a Pavia, a S.Pietro in ciel d'oro. Che esperienza e che saperi portò con sè il vescovo crociato, ritornando da Gerusalemme dopo il 1099? V'erano altri, oltre Landolfo, della zona dell'Astigiano e del Monferrato ch'erano ritornati dalla prima crociata? A queste domande non è possibile rispondere sulla base di fonti storiche documentate. Tuttavia la cultura espressa dalla Chiesa di S.Secondo in Cortazzone, assieme a quella di S.Martino di Montafia e quella dei SS. Nazario e Celso di Montechiaro,potrebbe essere stata elaborata dalla generazione immediatamente successiva a quella che partecipò alla prima crociata, con una consapevolezza culturale di respiro non solo europeo, ma orientale, malgrado la povertà locale dei mezzi espressivi impiegati. D'altra parte, nella prima metà del XII secolo si andava formando il potere del comune di Asti, malgrado l'organizzazione signorile del vescovo.Si sa che famiglie mercantili astigiane commerciavano personalmente "sulla piazza di Genova o alle fiere della Champagne" (Renato Bordone,pp.394) e la loro presenza è attestata ancora nella seconda meta del XII secolo.
Il conflitto del comune di Asti con Federico I il Barbarossa esplose violento, (1155)
anche se poco dopo (1159) l'imperatore riconobbe il potere del comune. Il vescovo di Pavia invece appoggiò il Barbarossa e si può pensare che il signore di Cortazzone seguì la medesima politica. Sullo sfondo di queste notizie potrebbe essere rilevante ricordare che nel 1198 Alberto de Cortasono si sottometteva al comune di Asti, giurando fedeltà, "salvo episcopo Papiensi de Cortasone et de Tegliolis", fatti salvi i diritti signorili del vescovo pavese su Cortazzone e su Tigliole (Settia). A quell'epoca la chiesa era già stata costruita. Ma quando fu consacrata? Dai simboli dell'aquila e dall'affresco è possibile intuire una ideologia imperiale e signorile, in conflitto con il movimento riformatore della Chiesa, sicché essa è una indiretta testimonianza del conflitto Papato e Impero che travagliò il XII secolo ed è esplicita testimonianza di un insolito progetto culturale e politico di comunicare in modo completo un sapere e una cultura che stava formando l'Europa delle nazioni e delle lingue romanze in competizione forse con la cultura monastica, rappresentata da S.Bruno di Segni e dal beato Landolfo.
Alla ricerca di questo sapere, - la sapienza cristiana secondo il mistico francescano - si mettevano in viaggio, un secolo dopo, uomini come Guido Cavalcanti e altri. Il poeta fiorentino, amico di Dante, trovò quel che cercava in Tolosa, in una chiesa, la Daurade, del medesimo periodo di quella di Cortazzone. Avrebbe riconosciuto e trovato altrettanto studiando S.Secondo di Cortazzone. Un legame ben più profondo di una semplice constatazione di contemporaneità storica mette insieme i capitelli di S.Secondo con quelli della Daurade, che si trovano ora nel Musée des Augustins a Tolosa. Per S.Bonaventura la ricerca di questo sapere era subordinata all'accettazione della croce, altrimenti si risolveva in un furto o in una rapina. Il percorso di lettura che qui viene proposto, nel modo più piano possibile, richiede non solo una visita della Chiesa, passando per la porta laterale sud, ma anche un mutamento di prospettiva, un guardare alle figure, così stranamente fantastiche e lontane dal nostro mondo, anch'esso popolato di messaggi visivi, con mentalità e cultura rinnovata dal senso riscoperto di questa Chiesa, che per la sua storia appare un reperto archeologico quasi intatto, malgrado i segni dello scalpello demolitore su tutti i capitelli, come si può constatare e il De Canis testimoniò a suo tempo.(Rel.,pag.18). Questa lettura, partendo dai risultati di precedenti ricerche sulla comunicazione iconica-narrativa (per mezzo di figure e di racconti) del sapere cosmologico arcaico permette di ritrovare quella memoria rimossa dell'Europa, che caratterizza la sua storia dalla modernità in poi, gettando una insperata luce su tutta una tradizione non solo cristiana, ma ben più antica. Ripercorrere le antiche vie della fede, che erano anche vie di sapere e di cultura, potrà permettere sul finire del secondo millennio, una nuova riflessione sulla storia culturale europea.
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