OMEROILIADE II,299-329La profezia di Calcante
L'icona rappresentata nella coppa al Louvre (E 669) permette di leggere il significato cosmologico di alcuni simboli del prodigio; almeno per quanto riguarda il serpente e il volatile. Il primo indica l'incremento della distanza dal nodo ascendente lunare (DPo) corrispondente all'intervallo temporale di (DT) desegnato dal volatile. In tale coppa è deducibile la coincidenza di Po con DPo. Il serpente può pertanto significare tanto Po quanto DPo. Nel racconto vi sono ancora altri simboli, quali la fonte, l' acqua, il platano, l'albero divenuto sacro ad Apollo e l' altare. L'interpretazione del segno prodigioso attestante la manifestazione del futuro circa la guerra da parte del veggente è basata su una analogia tra il grande prodigio e la prossima intrapresa. La guerra terminerà al decimo anno. Questa è la profezia di Calcante. Sembrerebbe che un tale valore sia introdotto per semplice successione aritmetica, rilevante per la memorizzazione, ma senza alcun rapporto manifesto. Invece, il modo tutto arcaico di esprimere intervalli temporali mediante valori angolari di spostamento del punto equinoziale o di rivoluzione del polo celeste attorno al polo dell'eclittica mopstra che un tale rapporto esiste e non per semplice successione aritmetica. Il modo in cui viene raccontato l'episodio, avendo il serpente divorato prima i piccoli e poi la madre, suggerisce di trascrivere l'intervallo temporale in questo modo:
che corrisponde, riducendo in secondi e dividendo per cinquanta, a
in conformità a quanto affermato nel testo. L'operazione compiuta sui dati numerici è stata condotta tenenedo conto di una analogia tre le coppie dei due significanti/significati:
Come il secondo termine numerico del testo omerico comprende "madre e passerotti", così il secondo termine dell'intervallo temporale deve comprendere la somma dei due termini numerici del testo. Nel racconto vi sono ancora altri simboli, come quelli dell'albero, un platano, e quelli della fonte. Nella cultura minoica e in quella micenea si trovano molte raffigurazioni di alberi sacri a divinità, e, in molti racconti mitologici, sia greci, semitici ed eqizi, la manifestazione del divino o l'episodio centrale di un mito avviene presso l'albero. Questo non significa che una realtà così naturale e familiare, come quella degli alberi, racchiudesse in sè l'epifania del divino, ma che una tale realtà, assunta come signfiicante rappresenti in analogia alla sua continua crescita a partire dalle radici, il modo arcaico di esprimere intervalli temporali, in gradi, primi e secondi di spostamento del punto equinoziale. L'albero sotto cui avveniva il sacrificio riferito dal discorso di Odisseo, su cui si lanciò il serpente, designa simbolicamente il tempo trascorso a partire dal tempo zero, cioè il tempo dell'evento narrato. Il racconto, inoltre, precisa che gli Achei si trovavano attorno alla fonte, durante il sacrificio. Il valore metaforico di tale significante è sufficientemente chiaro, essendo la fonte il luogo donde sgorga l'acqua, donde essa comincia a scorrere. Individuando il significato simbolico dell'acqua si può anche sapere di quale fonte si tratti. Nel mito sull'eroe Cadmo si racconta di un drago custode di una sorgente, mentre nellinno Ad Apollo si trovano sia la fonte che la dracena, come nella coppa laconica al Louvre il guerriero uccide il serpente presso una fontana monumentale.
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