L'ing. Giancarlo Gianazza ha sottoposto a me, Giovanni Ferrero, unico docente universitario studioso (sulla scorta di Giorgio de Santillana) della cosmologia arcaica e scopritore del codice di comunicazione iconico-narrativo delle culture arcaiche, una sua lettura del celebre dipinto della Primavera di Botticelli.
A ciò aggiungiamo: se il caduceo tenuto dalla mano destra ci informa che quella figura è in rapporto al pianeta Mercurio e la mano sinistra, vicino alla spada, indica Marte, ed essendo le due mani della stessa persona, deve essere immediatamente inteso che la figura ci dice che all'alba Mercurio e Marte sono in congiunzione, quasi perfetta, indipendentemente da una competenza astronomica. La comunicazione iconica del sapere è qui ben visibile. Solo il codice culturale ci dice che il caduceo è di Mercurio e la spada è di Marte, e che il colore del pianeta è rossastro, come indicato dal manto della figura. Allora quando capiterà che assieme a Mercurio e Marte ci sarà anche il pianeta della figura centrale, dal momento che il suo manto è dello stesso colore? Tale pianeta non è la Luna, che è indicata dal medaglione al collo e dalla mano destra secondo la lettura dell'ing. Giancarlo Gianazza, ma Venere. D'altra parte come mai la Luna viene indicata dalla mano destra della figura che si trova sotto Cupido che indica senza ombra di dubbio il Toro? Si potrebbe pensare Luna in Toro, che avviene dieci giorni dopo, portando il giorno al 24, come qualcuno potrebbe argomentare dalla rappresentazione del caduceo tenuto dall'indice e dal pollice. La situazione
planetaria al 24, che presentiamo come informazione alla discussione, è la seguente con un unico mutamento dei segni per la Luna Poiché per l'analisi del canto XXXIII del Paradiso avevamo nel marzo del 2000 ipotizzato per il tempo della mirabile visione della Vita Nuova il plenilunio pasquale del 1319 (giovedì 5 aprile) 235 mesi dopo l'inizio del viaggio dantesco al plenilunio pasquale del 1300, con tre pianeti (Mercurio,Venere e Giove) in congiunzione a sette gradi dal Sole,da vedersi nelle tre fiere incontrate dal poeta all'inizio nella selva oscura, l'ipotesi di lettura e il risultato a cui è giunto l'ing. Giancarlo Gianazza appaiono suggestivi e meritevoli di approfondimento in rapporto dapprima a Botticelli e poi, in rapporto a Dante (Purgatorio XXVIII, Paradiso XXII). Il plenilunio pasquale del 1319 capita tre fasi lunari, ultimo quarto-luna nuova-primo quarto-luna piena, dopo la data del 14 marzo 1319 ore 6, che non è astronomicamente l'istante dell'equinozio, ma è la prima alba dopo l'equinozio. Daremo pertanto secondo la nostra metodologia una lettura del dipinto del Botticelli e in seguito l'analisi dei due canti implicati, quello sulla divina foresta del Purgatorio e quello sul cielo delle stelle fisse del Paradiso, prescindendo dai riferimenti alla cultura astrologica, indubbiamente presenti in Dante e nel Botticelli. |
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