La primavera

BOTTICELLI E DANTE


L'ing. Giancarlo Gianazza ha sottoposto a me, Giovanni Ferrero, unico docente universitario studioso (sulla scorta di Giorgio de Santillana) della cosmologia arcaica e scopritore del codice di comunicazione iconico-narrativo delle culture arcaiche, una sua lettura del celebre dipinto della Primavera di Botticelli.


In base al suo risultato ha accettato di vedere in esso il giardino dell'Eden del Purgatorio Dantesco. Questa ipotesi, proposta dal sito di Philia, mi è parsa plausibile perchè avevo già incontrato nel corso dei miei studi su Purgatorio XXVIII, 1-66, una data prossima a quella trovata dall'ingegnere. Egli, infatti, con una propria metodologia ha letto nel gruppo delle Tre Grazie con Mercurio e Venere la data del 14 marzo 1319, credendo che l'equinozio di Primavera fosse una festa catara. In una determinata sezione del dipinto ha trovato la rappresentazione degli aspetti planetari all'alba di quel giorno, facendo emergere una suggestiva combinazione di trigoni e di quadrati (indicati con le linee rosse nello schema grafico sovrapposto al dipinto). Due pianeti si dicono in trigono quando la loro distanza angolare è di 120° (4 segni di differenza) mentre formano un quadrato con distanza 90° (3 segni di differenza). La situazione dei pianeti per quella data è precisamente rappresentata dallo schema grafico, come si può vedere dai valori di longitudine calcolati con un nostro programma per le ore 6 quando all'equinozio il sole sorge. Per passare dalle longitudini geocentriche ai segni dello Zodiaco e non alle costellazioni si deve tener presente la convenzione dell'astrologia occidentale che pone l'inizio dell'equinozio sempre nel segno dell'Ariete. La longitudine di 7° di Marte e Mercurio viene comunicata dicendo grado settimo del segno dell'Ariete, anche se i due pianeti in congiunzione eclitticale si trovano nella costellazione dei Pesci. La disposizione delle mani delle figure formano effettivamente triangoli equilateri.

A ciò aggiungiamo:

se il caduceo tenuto dalla mano destra ci informa che quella figura è in rapporto al pianeta Mercurio e la mano sinistra, vicino alla spada, indica Marte, ed essendo le due mani della stessa persona, deve essere immediatamente inteso che la figura ci dice che all'alba Mercurio e Marte sono in congiunzione, quasi perfetta, indipendentemente da una competenza astronomica. La comunicazione iconica del sapere è qui ben visibile. Solo il codice culturale ci dice che il caduceo è di Mercurio e la spada è di Marte, e che il colore del pianeta è rossastro, come indicato dal manto della figura. Allora quando capiterà che assieme a Mercurio e Marte ci sarà anche il pianeta della figura centrale, dal momento che il suo manto è dello stesso colore? Tale pianeta non è la Luna, che è indicata dal medaglione al collo e dalla mano destra secondo la lettura dell'ing. Giancarlo Gianazza, ma Venere. D'altra parte come mai la Luna viene indicata dalla mano destra della figura che si trova sotto Cupido che indica senza ombra di dubbio il Toro? Si potrebbe pensare Luna in Toro, che avviene dieci giorni dopo, portando il giorno al 24, come qualcuno potrebbe argomentare dalla rappresentazione del caduceo tenuto dall'indice e dal pollice. La situazione planetaria al 24, che presentiamo come informazione alla discussione, è la seguente con un unico mutamento dei segni per la Luna


Tutto, sulla base del codice culturale classico, lascia pensare che siamo in presenza di una indicazione di una triplice congiunzione planetaria, di cui dovremo cercare il momento.
Poiché per l'analisi del canto XXXIII del Paradiso avevamo nel marzo del 2000 ipotizzato per il tempo della mirabile visione della Vita Nuova il plenilunio pasquale del 1319 (giovedì 5 aprile) 235 mesi dopo l'inizio del viaggio dantesco al plenilunio pasquale del 1300,


con tre pianeti (Mercurio,Venere e Giove) in congiunzione a sette gradi dal Sole,da vedersi nelle tre fiere incontrate dal poeta all'inizio nella selva oscura, l'ipotesi di lettura e il risultato a cui è giunto l'ing. Giancarlo Gianazza appaiono suggestivi e meritevoli di approfondimento in rapporto dapprima a Botticelli e poi, in rapporto a Dante (Purgatorio XXVIII, Paradiso XXII). Il plenilunio pasquale del 1319 capita tre fasi lunari, ultimo quarto-luna nuova-primo quarto-luna piena, dopo la data del 14 marzo 1319 ore 6, che non è astronomicamente l'istante dell'equinozio, ma è la prima alba dopo l'equinozio.
Daremo pertanto secondo la nostra metodologia una lettura del dipinto del Botticelli e in seguito l'analisi dei due canti implicati, quello sulla divina foresta del Purgatorio e quello sul cielo delle stelle fisse del Paradiso, prescindendo dai riferimenti alla cultura astrologica, indubbiamente presenti in Dante e nel Botticelli.

La lettura della Primavera

Cantico delle creatureIl secreto dell'arcangeloDante e l'Islam

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