Paradiso

PARADISO: L'INIZIO DEL VIAGGIO
E
LA DATA DI NASCITA DI DANTE

      In questi brevi 11 versi, prima del passaggio dal Purgatorio al Paradiso, Dante ci dice che ai mortali, che vivono sulla terra, la lucerna del mondo, cioè il sole, sorge in diversi punti (foci), ma dal punto determinato da quattro cerchi e tre croci esce congiunto con miglior corso dell'anno, passando dall'inverno alla primavera e con miglior stella, plasmando e improntando più favorevolmente con la sua forza vitale la mondana cera . L'indicazione del punto sull'orizzonte orientale quando il sole sorge all'equinozio di primavera è indubitabile. La miglior stella potrebbe essere anche un pianeta che a modo suo dà la sua impronta all'umanità, secondo una concezione allora generalmente condivisa. Quale possa essere non è detto nè si può inferire. Tuttavia la virtù celestiale di cui Dante parla espressamente nel Convivio a proposito della diversità dei caratteri e disposizioni individuali riguarda le constellazioni e non i pianeti.
    Con questi sei versi Dante invita il lettore a tener ben presente la struttura cosmografica dei punti in cui il sole sorge e in particolare quello da cui esce passando dall'inverno alla primavera (miglior corso). Con i successivi dà una indubbia indicazione temporale, ponendo due correlazioni, mattino (sulla terra trovandosi ancora nel paradiso terrestre) e sera, emisfero a giorno e quello a notte, per indicare il tempo preciso di quando vide Beatrice sul lato sinistro rivolta a fissare il sole.

    Da 37-42 la descrizione è cosmografica con un riferimento astrologico, da 43-47 è temporale rispetto ad un luogo, o se si preferisce la prima indica il tempo rispetto all'anno (equinozio di primavera) e la seconda nomina, mattino e sera, emisfero illuminato e quello agli antipodi senza luce, cioè il sorgere e il passaggio successivo al meridiano del sole. Si rammenti che la montagna del Purgatorio si trova agli antipodi del luogo da cui è cominciato la discesa agli inferi. D'altra parte il soggetto dei versi 43-45 è tal foce e non il Sole. Questo sottile scambio di soggetto induce a non individuare il tempo iniziale della terza cantica né con l'alba di un equinozio, nè con il tempo esatto dell'equinozio.Il tempo in cui vide Beatrice rivolta a fissare il sole è posteriore all'equinozio, il sole era già passato per quella porta o foce, c'erano già state 12 ore di luce per un emisfero concomitante alle dodici ore di notte per l'altro. L'inizio della narrazione indicato da quando...vidi" dei vv.46-47 si situa pertanto rispetto ad un evento già avvenuto, fatto avea. Si tratta ora di vedere se in altro modo il poeta ha comunicato esattamente quel tempo di inizio.

      I termini propri di Dante con significato sul piano cosmografico sono foci, foce, che occorrono al verso 37 e 44 e il termine sole del verso 47 è rilevante come oggetto della visione di Beatrice in concomitanza al momento in cui il poeta la vide.

       I,37 foci
       I,44 foce
       I,47 sole

      Siamo proprio all'inizio del canto e non vi è difficoltà a contare il numero dei versi in cui occorrono i tre termini rilevati.Dopo la trasumanazione e la ascesa nella sfera di fuoco, Beatrice, rivolgendosi a Dante, gli comunica che non è sulla terra, ( per la quale hanno senso le precisazioni dei versi 37-47 ), e come la folgore (v.92), allontanandosi dalla sfera del fuoco, sia stata meno veloce di quanto egli fu nel ritornare ad essa, in quanto sede delle anime. Poiché il termine folgore è un termine tecnico della Cosmologia arcaica, costituita dal lampo e dal tuono, siamo autorizzati a scrivere, osservando che vi sono 11 versi da 37 a 47 e 4 da 44-47:

    T0 + 47;37,11,11+4 g di Tuono       Lsole = 37o

    sette giorni dopo     1mo quarto        Lsole = 44o

        Si osservi come i primi tre termini della sequenza siano dati dalla struttura del testo; solo per il quarto termine è intervenuta una operazione, suggerita dall'occorrenza di tal foce al v.44. L'intervallo espresso in questo modo determina precisamente il novilunio del 21 aprile 1319 con Saturno (miglior stella?) all'equinozio.
    La triplice congiunzione di Mercurio-Marte-Venere, rappresentata nella Primavera del Botticelli, è al successivo primo quarto, ancora diversamente indicato dalla visione delle sette sfere in Paradiso XXII,133-150, quando Beatrice e Dante giungeranno all'ottava sfera, quella delle stelle fisse, quando giungeranno alla costellazione degli eterni Gemelli. Il riferimento al tempo di questa triplice congiunzione non menzionata in questi versi di Paradiso I, 37-47 è dato dal numero di occorrenza di foce, al verso 44.
    La lettura del testo e la lettura dei numeri dei versi si confermano a vicenda, escludendo la possibilità di altre letture da quella rappresentata dalla mappa stellare:37 giorni prima del novilunio, invece che il pianeta Saturno c'era il Sole al passaggio al meridiano, e 7 giorni dopo, cioè 44 giorni dall'equinozio, nel tempo di una fase lunare (rappresentata nella Primavera da una delle tre Grazie) Dante vide Beatrice a fissare il Sole: 27 aprile 1319, che costituisce l'inizio della narrazione con il sole al 14mo grado del segno del Toro .

    Poichè dal novilunio dell'8 giugno 1290 al novilunio del 21 aprile 1319 vi sono 357 lune è possibile controllare se assunta come longitudine del sole all'8 giugno l'arco di precessione dal T0, cioè 84.39219o, il calcolo arcaico della longitudine del sole secondo il sistema più oltre impiegato per la data di nascita di Dante dia effettivamente 37o. Il risultato del calcolo porta a 36.953o, confermando la lettura di questi 11 versi e illuminando il sistema di cronologia astronomica impiegato da Dante.
    Tuttavia fino a quando non si individuerà con esattezza il ciclo in base al quale Dante calcolava le longitudini del Sole non si potranno decidere alcune questioni relative alla longitudine del Sole alla morte di Beatrice pari all'arco della precessione calcolato dal T0.
    .


  Se sulla base di questa espressione, T0 + 47;37,11,15, compresa la quale, qualcuno volesse domandarsi quanti giorni prima del novilunio del 21 aprile 1319 il sole si trovò all'equinozio, la risposta sarebbe ovvia, 37 giorni prima e giungerebbe così al 14 marzo 1319, la data letta nella Primavera del Botticelli. Tuttavia questa conoscenza è derivata dall'indicazione temporale (47;37,11,15) che porta al novilunio individuato da 75509.5 mesi lunari dal T0, corrispondente al 21 aprile con il sole a 37o, sicché non si può affermare che Dante in quei versi indichi in senso proprio il tempo dell'equinozio di primavera. Fornisce una indicazione in base alla quale il Botticelli o chi per lui ha potuto calcolare quella data. Un conto è leggere e un conto è calcolare. Con i programmi di astronomia infatti si controlla l'ipotesi di lettura, ma non si ha di per sé un metodo di ricerca storica ed esegetica.
Dobbiamo però avvertire il lettore che per la sezione da 37 a 47 di 11 versi si potrebbe rilevare che l'occorrenza di foce al verso 44 suddivide la sezione in 8 e 3 versi, con la conseguenza di scrivere un'altra sequenza

T0 + 47;37,8,24 g di Tuono       Lsole = 0.89o    14,3,1319 ore 4 a.m.

che potrebbe indurre qualcuno a sostenere il probabile riferimento al tempo e non alla data dell'equinozio. Tuttavia nella precedente lettura tutti i valori sono letti, mentre in questa alcuni sarebbero semplicemente argomentati dalla situazione descritta. A titolo esemplificativo l'istante astronomico dell'equinozio dovrebbe essere indicato dalla seguente espressione

T0 + 47;37,8,19 g di Tuono       Lsole = 0o    13,3,1319 ore 1.35 a.m.

con un arco di precessione dal T0 di
(37+47)o 47' (37-8)" (47+4)"'!
Una ben sottile coincidenza rinvenibile solo dopo i risultati della prima lettura.


  Nella Primavera Botticelli deve indicare la data del primo giorno dopo l'equinozio, 14 marzo 1319, altrimenti nessuno sarebbe stato in grado di determinare il tempo della triplice congiunzione, indicata dal colore del manto della figura maschile (Mercurio-Marte) e di quella femminile (Venere), solo sulla base del sistema arcaico Andromeda-Sirio esposto da Dante in Purgatorio XXVIII, 1-66. Infatti se aggiungiamo al 14 i giorni di un mese e mezzo, cioè 44.25 e sottraiamo i 31 giorni di marzo si ha 27 aprile 1319. Sette giorni prima, 21 aprile 1319 = Andromeda 3964 mesi, Sirio 84110.5 mesi, Intervallo dal T0 75509.5 mesi.

MATELDA E SANTA MATILDE

Il fatto che nella Primavera del Botticelli vi sia la data del 14 marzo 1319, al cui tempo si giunge anche dalla triplice congiunzione di Mercurio-Marte e Venere, un mese mezzo prima è è proprio il 14 marzo, non ha solo la funzione di permettere la equivalenza dei tempi espressi l'uno con Andromeda (1,6,4 +1/4 = triplice congiunzione - 3/2 m) con il 14 marzo 1319, ma per il riferimento a santa Matilde,madre dell'imperatore Ottone I, festeggiata proprio 14 marzo, potrebbe essere un riferimento a Matelda del canto XXVIII del Purgatorio. Santa Matilde morì il 14 marzo 968 d.C., 351 anni prima di questa fatidica data. Il plenilunio più vicino è quello del 17 marzo, 3,19,22 mesi dal primo plenilunio dell'è cristiana.
   Si può semplicemente osservare che per il dialogo che si svolge tra Madelta e Dante dopo una lunga digressione alla prima domanda del poeta, cioè per quello dai vv. 76-144 siano assegnati 9 versi a Matelda, 3 a Dante e nuovamente 57 a Matelda. Si hanno tre termini con i quali trovare il quarto termine di una proporzione. Come il secondo termine è 1/3 del primo così il quarto termine è è 1/3 del terzo, 19 da cui si ha l'espressione 3,19,22 m. I tre passi del verso 70 indica quale debba essere il primo termine di una eventuale espressione temporale ma anche i giorni da sottrarre al 17 marzo per giungere al 14 marzo 968, la data della morte della santa.


   Dante non ha bisogno di riferirsi al tempo dell'equinozio per comunicare la convertibilità dei suoi tempi in date, avendo la sua cronologia la data principe della morte di Beatrice, 8 giugno 1290, in rapporto alla quale indica nel Convivio il tempo dell'apparizione della Donna Gentile e quella del plenilunio pasquale del 1300, presente nella canzone Amor che nella mente mi ragiona del Convivio
   Una conclusione si impone. Il Botticelli nella Primavera rappresenta la situazione planetaria dell'inizio della narrazione e del viaggio di Dante e Beatrice della terza Cantica, il cui tempo si trova indicato in Paradiso I,37-47, mostrando di applicare il sistema cronologico impiegato da Dante. Lo studio congiunto di Botticelli e Dante si presenta carico di nuove scoperte che permetteranno di comprendere meglio i due sommi artisti

          L'invito dell'ing.Giancarlo Gianazza ad esaminare la sua lettura della Primavera del Botticelli, con la data del 14 marzo 1319 e i corrispondenti aspetti planetari, assieme ad una sollecitazione per un esplicito esame dei vv.37-47 di Paradiso I, è stato più che fruttuoso, e assieme ai suoi meriti che pubblicamente devono essere riconosciuti per aver aperto una strada negli studi sul Botticelli, e per aver posto la questione del significato di quella data in rapporto a Dante, ci ha permesso di esaminare, con la nostra metodologia sulle occorrenze dei termini, Purgatorio XXVIII,1-66, Paradiso I, 37-47, Paradiso XXII, 133-150, e di ciò gli siamo grati.
I risultati acquisiti per Dante, conseguibili forse anche per altre vie, sono:

plenilunio pasquale 1300, inizio della "discesa agli inferi";
plenilunio pasquale 1319, 235 mesi dopo, tempo della mirabile visione della Vita Nuova;
3/4 di mese lunare dopo, sette giorni dopo la luna nuova del 21 aprile 1319, inizio del Paradiso;
ancora in Paradiso XXII, 133-150, triplice congiunzione planetaria (Mercurio Venere e Giove) al plenilunio pasquale del 1300.
dopo 235.5 mesi al 21 aprile 1319 congiunzione planetaria di Mercurio e Marte e 1/4 di mese lunare dopo, al primo quarto, triplice congiunzione di Mercurio-Venere-Marte.
3/2 mesi lunari prima, al 14 marzo 1319, festa di Santa Matilde che rimanda alla Matelda di Purg.XXVIII.

    La data di nascita di Dante

    A questo punto si impone una ricerca sulla ragione per la quale Dante ha posto all' inizio del Paradiso nella collocazione dei versi 37-47 il tempo del novilunio del 21 aprile del 1319. La risposta a questa domanda è semplicemente congetturale. Non è tanto e solo la situazione del cielo, ma una possibilità implicita nel tentativo di descrivere quel trasumanar la cui esperienza è concessa solo per grazia (v.72) dopo la morte. Nei versi 73-75

       I,73 S'i era sol di me quel che creasti
       I,74 novellamente, amor che 'l ciel governi
       I,75 tu 'l sai, che col tuo lume mi levasti

    c'è un esplicito riferimento alla creazione della sua anima, parte creata per ultima secondo le concezioni dell'aristotelismo in quanto l'anima intellettiva è forma di un corpo [già vivente per ricevere la forma dell'anima intellettiva]. Questo riferimento fa pensare o alla sua nascita, atto simmetrico al trasumanar e pertanto invita a ricercare, negli 11 versi esaminati, il tempo della sua nascita oppure il tempo in cui si credeva che Dio intervenisse con la creazione dell'intelletto possibile.

    Se i primi due termini della sequenza numerica sono 47 e 11 gli altri due possono essere o 47+11 e 58+11, non essendovi alcuna esplicita menzione alla nascita:

    T0 + 47;11,59,9 g di Tuono       Tempo della nascita: 13 giugno 1265

    oppure

    T0 + 47;11,58,58 g di Tuono       Tempo della nascita: 11 giugno 1265

    oppure

    T0 + 47;11,58,47 g di Tuono       Tempo della nascita: 9 giugno 1265

    La scelta tra queste tre possibilità di lettura potrà essere fatta solo sulla base della Vita nuova, dal fatto che il saluto di Beatrice avvenne al compimento del 18mo anno. Se questo evento simbolico avvenne al 11 giugno del 1283, come pare da altri indizi, 18 anni esatti prima coincide con l' 11 giugno del 1265.
    A questo risultato per altra via si era già avvicinato Giancarlo Gianazza, come è testimoniato da uno scritto inviatomi, con l'analisi del significato astrologico di Paradiso XXII,112-117 visto in rapporto ai pianeti.
          

    Calcolo del tempo della nascita espresso nei termini del Tuono

    Per i perplessi sulla possibilità di calcolo degli algoritmi della Cosmologia arcaica sia per il calcolo del tempo sia per quello della longitudine del sole esponiamo, passo dopo passo i calcoli.

    Per Tuono si intende la differenza in giorni tra l'anno giuliano e l'anno tropico. La relazione base afferma che in 10000 anni tale differenza ammonta a 78 giorni. Pertanto si deve moltiplicare per 10000 il valore del Tuono e dividere per 78 per ottenere gli anni tropici espressi:

    [47;11,58,58] g = 47.19971296 g     Moltiplico per 10000 e divido per 78

    [47.19971296]*10000/78 = anni tropici 6051.245252   divido per 72

    6051.251781/72 = 84.04507294o di precessione      Ricerco i mesi lunari

    La formula arcaica di trasformazione dell'arco di precessione in mesi lunari, essendo k il valore dell'arco di precessione, è la seguente:

    [(k*890.5) + ((k*890.5)/12000)*890.5*0.000225]


    applicando la quale si ottiene 74843.38708 (-0.703 - 3 rispetto al calcolo dei mesi lunari medi per l'intervallo considerato) come numero di mesi lunari dal T0 distante 15710.38708 mesi dal tempo simbolico dell'Annunciazione al 4 aprile del 6 a.C. con il sole a Lo = 11o 24'

    Dopo 15710.38708 mesi lunari dove si troverà il sole?
    Il ciclo che impieghiamo con i relativi algoritmi arcaici è quello relativo a 4320 anni tropici cui corrispondono 53431 mesi lunari con una differenza di longitudine di 3o sull'arco veloce dell'eclittica. I punti di discontinuità sono a Lo 153o e 336o e il rapporto di velocità solare (incremento di longitudine per mese lunare) tra i due archi è 144/153, sapendo che sull'arco più veloce il sole aumenta ogni mese lunare di 30o. Con molta probabilità Dante impiega un suo ciclo derivato da Paradiso, XVI,34-38.

    Moltiplico il numero dei mesi per 4320 e divido per 53431 e prendo il resto della divisione:

    15710.38708*4320/53431 = 1270 + 11502.18541

    Moltiplico il resto per 30o e divido per 4320

    11502.18541*30/4320 = 79.87628756 o Incremento del sole sull'arco veloce

    Riduco l'incremento proporzionalmente a 144/153

    79.87628756*144/153 = 75.17768241o Incremento sull'arco lento

    Aggiungo 11.4o e trovo 86.57768241o come longitudine del sole

    Ricerco la correzione finale sulla base che 3o ammonta la correzione per 53431 mesi sull'arco veloce.

    La correzione per 15710.38708 mesi lunari è sull'arco lento di 0.83020606o che deve essere sommata alla longitudine del sole:

    86.57768241o + 0.83020606o = 87.407o...longitudine del sole al tempo della nascita di Dante.

    La data di morte di Beatrice è posta da Dante all'ora dopo il tramonto del sole all'8 giugno 1290 a 75152.50987 mesi dal T0, dopo 309.12279 mesi lunari dalla sua nascita, pari a giorni 9128.58.. e ad anni giuliani 24.992. Il numero del giorno annuale del sole è 158.79 sicchè la morte di Beatrice si situa al 1290.434743

    1290.434743 - 24.992 = 1265.442049 anno della nascita
    0.442049*365.25 = 161.4584 giorno dell'anno
    158.79 - 161.4584 = - 2.6684 giorni
    x - 2.6684 = 8.79 giugno
    x = 8.79 + 2.6684 = 11.458 giugno
    tre giorni dopo 8 giugno, cioè 11 giugno
    Ore: 0.458* 24 = 11.
    Secondo questo calcolo Dante nacque giovedì 11 giugno 11h del 1265, calcolo basato sulla data di morte di Beatrice.
    Se i dati iniziali sulla longitudine del sole alla morte di Beatrice mutano potranno esservi cambiamenti nella determinazione dell'ora, ma non in quella del giorno.

    Secondo il programma di calcolo astronomico Astro Meeus per la data dell'11 giugno la longitudine del sole è di 87.13666o con una differenza di 16'!
    Proviamo a ricalcolare la data e la longitudine del sole partendo dai dati forniti da Dante per il novilunio del 21 aprile 1319 con il Sole a 37o.
    Il tempo intercorso in mesi lunari è (357 + 309.12279) 666.12279 (!) pari ad anni 53.85627... si ottiene per la Lsole = 86.805o. Siamo ancora all'11 giugno poco dopo la mezzanotte tra il 10 e l'11.
    Il 21 aprile 1319 equivale a 1319.298426. Sottraendo (666.12279*4320/53431) si ottiene 1265.441106 con un anticipo di oltre 8 ore.
        Pare che lo schema seguito da Dante sia questo: dalla luna 75509.5 (21 aprile 1319) si sottraggono (357 lune - 0.25 giorni) si giunge alla luna 75152.5 + 0.25 giorni (8 giugno 1290); se invece si sottraggono (666 lune + 3 giorni) si giunge alla luna 74843.5 - 3 giorni (11 giugno 1265). Dante nacque tre giorni prima del solstizio estivo.

    Se si parte dal valore del tuono relativo al 13 giugno si ottiene:
    [47;11,59,9]*10000/78 = 6051.251781 anni tropici = 74843.4679 mesi, dopo 15710.4679 mesi dall'Annunciazione. Questa volta si impieghi il ciclo di 1089 anni tropici pari a 13469 mesi lunari così caratterizzato: arco breve 160°.4, arco lungo 199°.6, inizio arco lungo 142° inizio arco breve 341°.6, rapporto di incremento mensile tra i due archi 363/388 dall'arco veloce a quello lento e viceversa per il passaggio inverso.
    I mesi dalla data della morte di Beatrice in questo caso sono 309.04374 e gli anni giuliani 24.98630272. Pertanto la data di nascita calcolata sulla data 1290.434743 della morte di Beatrice risulta:

    1290.434743 - 24.98630272 = 1265.448444 anno della nascita
    0.448444*365.25 = 163.7928 giorno dell'anno
    158.79 - 163.7928 = -5.0028 giorni
    x - 5.0028 = 8.79 giugno
    x = 8.79 + 5.0028 = 13.7928 giugno
    cinque giorni dopo l'otto giugno = 13 giugno
    Ore: 0.7928*24 = 19.

      Tuttavia i versi 73-75 riguardano la creazione dell'anima, la creazione dell'intelletto possibile direttamente da Dio, motore del Cielo, quando il corpo era già formato ad opera anche della virtù celestiale, secondo la dottrina discussa tra i medici e i teologi e gli interpreti di Aristotele. Questa creazione dell'anima intellettiva si credeva avvenisse quando l'encefalo aveva raggiunto un grado di organizzazione e si poneva a circa tre mesi prima della nascita. È possibile pertanto che Dante inviti a ricercare quando secondo lui è stata creata la sua anima. Partendo dai medesimi valori precedenti (47,11,4) si può per pura curiosità calcolare a quale tempo corrisponda la seguente espressione:

      To + 47;11,51,15 giorni = 6050.970442 anni tropici = 74839.988 mesi

      Sono cento giorni prima dell'11 giugno e ciò che interessa è il corrispondente numero intero di mesi, 20,47,20 m. In questo tempo c'è una stella la cui longitudine è esprimibile mediante l'intervallo di 16,25,42 mesi, o, se si preferisce, il tempo trascorso dal Natale è 4,21,38 = 4,22,-22 mesi sicché tale stella segnò l'equinozio di primavera per DT = 4,22,-22. Ora la canzone Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete si articola in quattro stanze di tredici versi con un congedo di nove. Non ci vuole molto a vedere, ricordando il legame di numero e rime, che 4,13+9,-(13+9) è equivalente a 4,21,38 mesi, cioè il tempo precedentemente trovato espresso rispetto al Natale, che già si trova nella canzone di Guinizzelli, di cui quella del Convivio è un richiamo. Non è tanto il tempo della creazione dell'anima, che nella sua formulazione puramente cronologica e calendariale non significa nulla, quanto la coincidenza ad un tempo significativo manifestato da una stella. Come prima del Natale ci fu un profeta che ne annunciò l'avvento, così dopo ci sarà un poeta che ne celebrerà il significato nel cosmo e nella storia. Il tempo segnato dalle stelle per gli antichi e la cultura antica rende articolati e significativi gli eventi che si succendono nel flusso e nello scorrere uniforme del tempo, espresso dal calendario. È il tempo qualitativo manifestato dal cosmo. Che poi quella stella sia Rigel, cioè b Orionis, sia quel lume pregno di gran virtù dei versi sulle gloriose stelle, la cui regione del cielo gli fu data in sorte dopo la nascita (e poi v.118), avendo potuto per grazia entrare nel cielo delle stelle fisse, come si legge nel canto XXII del Paradiso è un indizio a non ritenere puramente peregrina e fantasiosa la ricerca sul tempo della creazione dell'anima presente nella invocazione a Dio dei versi 73-75.




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