PURGATORIO XXVIII - PARADISO XXIICanto XXVIII, 1-66SISTEMA ANDROMEDA-SIRIO-ALDEBARAN
I termini significativi di questa sezione, oltre foresta e selva antica, che occorrono rispettivamente al verso 2 e al verso 23 sono nella sezione 22-66:
XXVIII,43: Deh, bella donna, che a' raggi d'amore XXVIII,51: la madre lei, ed ella primavera.
Costituiscono i due versi l'inizio e il termine delle parole rivolte alla sconosciuta
donna.
XXVIII,65: sotto le ciglia a Venere, trafitta Il ferimento casuale di Eros, Cupido viene narrato da Ovidio nelle Metamorfosi,X,525-526. Con la sezione 22-66, si può formare la seguente seqenza:
i cui termini sono rispettivamente inferiori e superiori di un'unità rispetto al numero del verso in cui occorrono selva antica (23) e bella donna (43), sicché l'eventuale terzo termine sarà dato da 51 del verso primavera
a cui si aggiunge mezza unità, cioè mezzo mese. si ritrova due volte ai lati della porta sud del Battistero San Giovanni a Firenze, sia pure con valore diverso, ma con il riferimento alla medesima stella. Rimane l'occorrenza di XXVIII,65 del termine Venere. Si tenga presente che Cupido è una stella, che in base a Manilio è Aldebaran o l'occhio del Toro e la stella associata a Venere nell'antichità è Sirio. Anche Primavera rimanda ad una stella, Andromeda, a And, distante da Sirio 90o. Una è la stella che sorge con il sole a primavera e corrisponde alla Tellus dei rotoli liturgici dell'Exultet della liturgia della Pasqua, e l'altra all'inizio dell'estate al tempo di Dante. Avremo pertanto questa relazione: Per Sirio: 22,44,51.5 mesi Per Andromeda: 29,5 mesi Se non si sa quanto Sirio misura al To non è assolutamente possibile venire a sapere il tempo di ciò che Dante descrive. Quando si giunge a porre questa domanda nella lettura del canto XXVIII, il lettore già dovrebbe sapere il valore iniziale di Sirio, tuttavia il poeta ha lasciato due indizi con divina foresta e selva antica , essendo la prima espressione al verso 2 e la seconda al verso 23:
1) 2,23,23-2 = 2,23,21 = 8601
In questi primi 66 versi del canto XXVIII del Purgatorio Dante fornisce il sistema cronologico Sirio-Andromeda o Andromeda-Sirio che si ritroverà nella Primavera del Botticelli. Possiamo però ricordare che il 20,3,1140 ci fu un'eclisse solare visibile parzialmente fino a Firenze e testimoniato da un capitello romanico di una chiesa di campagna astigiana, San Secondo di Cortazzone d'Asti, con Sole a 7o e congiunzione Mercurio-Venere a -3o dall'equinozio. Nello stesso giorno si verificò una congiunzione Marte-Saturno. Quanto a Cupido, cioè Aldebaran Dante ha ancora posto la sua longitudine,espressa in mesi, al verso XXVIII,65 in un modo tale che solo chi abbia riconosciuto il suo modo di comporre può ricercare. In questo caso se il lettore sa già per altra fonte che dato il valore per Andromeda di 29,5 mesi, cioè 1745 mesi, corrispondente all'intervallo di 73290.5 mesi, Aldebaran misura 14,18,30 mesi, può riconoscere che dalla metà di 29,65, cioè 14,32.5, si può scrivere 14,(32.5-14),0 = 14,18,30 mesi. Allora si può vedere che il complesso Andromeda-Sirio-Aldebaran è quello già presente nella canzone della Vita Nova Donne che avete intelletto d’amore, la cui fonte si trova già nei quattro riquadri attorno alla porta sud del Battistero. Pertanto si può affermare con relativa certezza che il Botticelli nel suo dipinto non descrive l'esatta situazione della divina foresta del Purgatorio, ma applica il sistema Andromeda-Sirio-Aldebaran di Dante per la situazione di un altro tempo. I riferimenti al Purgatorio, XXVIII sono semplicemente delle allusioni, che invitano il fruitore del suo dipinto a studiare quei versi per comprendere il suo capolavoro, riconoscendovi il sistema Andromeda-Sirio-Aldebaran di Dante.
Paradiso, XXII, 133-150LA VISIONE DELLE SETTE SFERE133 Col viso ritornai per tutte quante 134 le sette spere, e vidi questo globo 135 tal, ch'io sorrisi del suo vil sembiante; 136 e quel consiglio per migliore approbo 137 che l'ha per meno; e chi ad altro pensa 138 chiamar si puote veramente probo. 139 Vidi la figlia di Latona incensa 140 senza quell'ombra che mi fu cagione 141 per che già la credetti rara e densa. 142 L'aspetto del tuo nato, Iperione, 143 quivi sostenni, e vidi com' si move 144 circa e vicino a lui Maia e Dione. 145 Qindi m'apparve il temperar di Giove 146 tra 'l padre e 'l figlio; e quindi mi fu chiaro 147 il variar che fanno di lor dove; 148 e tutti e sette mi si dimostraro 149 quanto son grandi e quanto son veloci 150 e come sono in distante riparo Nei 18 versi (133-150) l'accumulazione di riferimenti astronomici e mitologici è massima e meriterebbero un più lungo discorso, sia sul sapere astronomico pubblico sia sulla conoscenza delle fonti classiche.
Merita di essere ricordato che la figlia di Latona, nella tradizione greca è Artemide, Diana latina, sorella di Apollo. Artemide non è semplicemetne la Luna, ma il ciclo dei nodi lunari di 18.6 anni. Il nome Iperione, la cui fonte primaria è Omero, Odissea, giunto a Dante tramite le fonti latine e si riferisce al Sole. 143 quivi sostenni, e vidi com' si move
fanno ancora pensare al modello dell'epiciclo centrato sul deferente del Sole. 146 tra 'l padre e 'l figlio; e ....... tra Saturno e Marte.
Cerchiamo ora di analizzare XXII,133-150, applicando una metodologia di divisione, quale Dante ha applicato nei commenti ai sonetti e alle canzoni della Vita Nuova.Si deve rilevare due occorrenze significative al verso 134 e 148 e la sezione relativa all'elenco dei pianeti mitologicamente designati dal verso 139 (figlia di Latona) al verso 146 (tra 'l padre e 'l figlio). Si ottiene il seguente prospetto:
Occorrenze Elenco pianeti
134: sette 139: figlia di Latona
148 - 146 = 2 così il tempo della visione dovrebbe passare attraverso la stella a cui Dante associò colei che rende beati (5+18),18, -5 mesi 2,(5+18),(18+5)-2 mesi
L'ordine di scrittura e di lettura degli intervalli temporali non segue un'unica regola, altrimenti non saremmo più nella poesia, ma nel resoconto storico e cronologico. Si può osservare che nella prima sequenza viene rispettata la regola stilistica della lettura a chiasmo e v'è una simmetria nelle operazioni (addizione e sottrazione), rispettata nella seconda se si parte dalla sequenza 0,23,23.
Dal cielo delle stelle fisse Dante contempla le sette sfere, descrivendo esattamente la situazione planetaria di quando si ritrovò smarrito nella selva oscura e incontrò le tre fiere,la lonza, il leone e la lupa ( i tre pianeti in congiunzione?), tratto in salvo dall'ultima dalla spettrale apparizione di Virgilio. La metafora della "selva oscura" non riguarda solo la situazione di chi ha smarrito la retta via (significato tropologico), ma potrebbe riferirsi alla situazione di chi voglia affrontare la questione dei moti planetari in rapporto al moto del Sole e della Luna (significato allegorico o meglio anagogico). Con quei versi Dante ci dice che ha superato le difficoltà, ne è venuto a capo:
146 ............. e quindi mi fu chiaro Le affermazioni sulla sua conoscenza dei moti planetari sono confermate dalle conoscenze tecnicamente precise che troviamo nel Convito e sparse nella Divina Commedia, derivate dallo studio diretto di opere astronomiche e non ricavabili da riassunti di cultura generale. La sezione appena esaminata è successiva a quella in cui c'è l'invocazione alle gloriose stelle (Par. XXII,112) e Dante con Beatrice si trova ancora nella costellazione degli "etterni Gemelli" (Par.XXII,152), dalla quale dopo aver contemplato la struttura delle sette sfere, contempla la piccola terra, L'aiuola che ci fa tanto feroci, contempla il corso della storia dal tempo zero posto nei Gemelli. È possibile che con la medesima suddivisione il poeta voglia comunicare ancora la longitudine di altre stelle, tra le quali quella di Castore, presente nei racconti mitologici conosciuti nel Medioevo. Rilevando che 17, differenza tra l'ultimo e il primo verso di questa sezione, è 22-5, e 2,23,21 m è la seconda espressione temporale scritta, si è portati a scrivere:
mentre, se si volesse scrivere la longitudine per una stella che nel 1265, anno della nascita, abbia indicato il tempo della nascita del Salvatore, cioè, 16,25,42 mesi = 17, - 34, -18, il ragionamento sarebbe il seguente. Questa seconda espressione è facilmente ricavabile e memorizzabile dai 18 versi di questa sezione la cui differenza è 17. Per i 35 anni che intercorrono tra il 1265 e il 1300 vi sono 7,13 o 7,14 mesi, sicchè l'espressione temporale per questa stella potrebbe essere la seguente:
17, - 27,-4 mesi Non ci vuole molto a vedere che l'espressione temporale ricercata sia
Sotto il velo dell'assimilazione della donna alla stella (v. 20 donna a guisa di stella lo innamora), Guido Guinizzelli celebra tale stella nella sua canzone Al cor gentil reimpaira sempre amore e Dante la riprende nella prima canzone, Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete, che apre il Convivio vero e proprio. La canzone riguarda la comparsa della Donna-Filosofia-Sapienza ed è una novità il cui tempo è da segnare rispetto a quello della morte di Beatrice: da allora ci furono due giri sull’epiciclo del pianeta Venere. Alla Donna-Filosofia-Sapienza si riferisce ancora la seconda canzone ai versi:
72 Costei pensò chi mosse l'universo Nel primo verso citato si trova un’esemplificazione della tecnica poetica di Dante. Infatti che la sapienza accompagnasse Dio al mattino del mondo i testi biblici della liturgia lo ricordano e i passi citati da Dante sono tutti derivati dall’uso liturgico dei testi sapienziali, soprattutto nelle feste della Vergine. Ma che il verbo mosse occorra al verso 72, e che siano necessari 72 anni affinché l’asse del mondo compia un arco con centro il polo dell’eclittica di un grado è un’esemplificazione di ciò che implica l’espressione legar sé con numero e con rime del Convivio I,XIII,6. 72 nel tempo de li dèi falsi e bugiardi nel quale l'occorrenza di tempo a tale verso assume tutta la sua rilevanza. Infatti l'espressione temporale per 72 anni tropici è precisamente di 1° e suggerisce di non vedere al verso 70 : Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, una semplice coincidenza, dato che Virgilio nacque, sulla base di Donato, il 15 ottobre del 70 a.C., stranamente una data di un novilunio. Infatti nei versi dall'apparizione di Virgilio (I,62) alla invocazione di aiuto (I,90) dodici versi sono dedicati all'autopresentazione del poeta latino e dodici alle successive parole di Dante. Ora (90-62) - 12 = 16. L'espressione temporale 16,12,28 mesi indica esattamente il novilunio della nascita di Virgilio se applicata a quella origine dei poeti latini, costituita da Cupido, ovvero da a Tauri, quando tale stella segnò l'equinozio di primavera.
Con queste informazioni e riferimenti si è forse in grado di rileggere con occhi nuovi il passo delle gloriose stelle all'interno di tutta la sua sezione, XXII,106-123.
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