IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI A FIRENZE LA FONTE PRIMARIA PER DANTE?
Le vicende costruttive del Battistero coprono interi secoli e pongono la questione controversa delle origini. Ciò che pare storicamente accertato è l'intervanto del grande Arnolfo di Cambio, prima, nel 1288 per la pavimentazione dello spazio circostante, e poi, nel 1293, secondo la Cronaca del Villani, per sostituire i pilastri in pietra agli angoli con quelli zebrati, alternando il marmo bianco di Carrara con quello verde di Prato.
Così scrive GIUSEPPE ROCCHI COOPMANS DE YOLDI: La versione finale esterna del Battistero venne eseguita con accorta scelta dicroma per mantenere coerenza con la dicromia marmorea interna, pur aggiornandone gli stilemi: i pilastri del secondo ordine esterno si vollero semiottagonali (...). Preliminarmente occorre sottolineare nel Battistero la simmetria totale nelle tarsie interne ed esterne, salvo le limitate asimmetrie delle specchiature adiacenti alle Porte, dovute all'allargamento delle stesse.
All'esterno un unico motivo contraddistingue i vari registri definiti dagli ordini:
nel primo ordine tre grandi specchiature bianche contornate di verde; nel secondo tre (quattro sopra la porta del Paradiso) archetti pensili finti come si crede oppure, come possibile, una sequenza di mirhab contornati di verde o, (...); nel terzo, ancora grandi specchiature bianche contornate di verde con la variante, rispetto a quelle del primo ordine, di una leggera incassatura delle grandi lastre rispetto al contorno verde,(..).
All'interno tutti i motivi dicromi sono perfettamente simmetrici rispetto all'asse che congiunge la scarsella alla Porta del Paradiso.
Tanto rigore iterativo non si riscontra in altre fabbriche nelle quali vi sono infinete variazioni del medesimo tema. [da: GIUSEPPE ROCCHI COOPMANS DE YOLDI, Lo svolgimento della fabbrica, in S. Maria del Fiore, Rlievi, documenti, indagini strumentali, PIAZZA, BATTISTERO,CAMPANILE, a cura di Giuseppe Rocchi Coopmas de Yoldi, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Storia dell'Architettura e Restauro delle strutture architettoniche, 1996, pag. 55 ].
La persistenza del motivo della zebratura dei pilasti, suddivisi su due ordini, come i riferimenti astronomici dello zodiaco sul pavimento con il sole contornato dal verso palindromo: EN GIRO TORTE SOL CICLOS ET ROTOR IGNE inducono a raccogliere secondo una tabella il numero degli spazi bianchi e quelli verdi dei pilastri angolari e vedere in quei numeri non la conseguenza casuale di un progetto semplicemente decorativo, ma quello intenzionale di un progetto comunicativo e informativo. In questa sede analizzeremo solo il lato della porta est, quella detta del Paradiso, connettendo i dati con i quattro quadrati di 22 elementi ciascuno, posti come decorazione alla porta sud. I totali secondo le verticali (secondo i pilastri) e secondo le orizzontali (secondo i due ordini) forniscono i seguenti dati: 17 verdi 18 bianchi; 16 verdi 18 bianchi, 18 verdi 18 bianchi. La prima sequenza è quella principale, essendo ripetuta due volte. Si deve osservare che la porta est è stata rimaneggiata più volte e presenta sia una sequenza di cinque rombi con le due colonne spezzate aggiunte.
Il motivo della sequenza di cinque rombi si ritrova da una parte e dall'altra della porta Nord.
Tutti questi dati numerici sono stati finora giustamente ignorati, essendo da pochi anni (1995-96) ricostruita completamente la struttura della Cosmologia arcaica, basata su espressioni arcaiche degli intervalli temporali (Terremoto,Fulmine,Lampo,Tuono) oltre su quelle relative ai mesi lunari, agli anni solari e ai giorni; basata su di una lista di longitudini (equivalente a intervalli temporali) di stelle e sul calcolo della longitudine del Sole. Lo schema temporale che ne risulta è ciò che Dante stesso vide prima del progetto narrativo della Vita Nuova , anzi ne è la fonte ed è all'origine delle sue ricerche di libri e testi, ove trovò i termini tecnici del suo linguaggio: io(...) trovai non solamente a le mie lagrime rimedio, ma vocabuli d'autori e di scienze e di libri (Convivio, II,12,7). Tenendo presente che il terzo ordine, quello dell'attico presenta uno spazio semplicemente tripartito su tutti i lati, lo schema dovrà iniziare con
T0 + 3,3,3 mesi
che individua qualcosa che nel racconto evangelico e nell'iconografia cristiana del Battesimo di Gesù si ritrova menzionato e dipinto. Lo schema temporale che a un certo momento della ricerca si presenta a chi sappia come si fanno i calcoli di cronologia sulla base della Cosmologia arcaica e si presentò, crediamo, al giovane Dante, è, sulla base degli elementi premessi, il seguente:
Benchè poter giungere a questo schema non sia uno "scherzo da ragazzi", tuttavia non è ancora eloquente, perché non connette ancora la parte superiore dello schema di natura cosmologica e uranografica con la parte inferiore che lega un evento, storicamente narrato, ad una data da individuare corrispondente ad un plenilunio e calcolabile da un cristiano, la cui storia si struttura in prima e dopo Cristo.
Quando Dante intuì o gli fu suggerito che quella data era quella dell'ultimo plenilunio prima dell'èra cristiana il suo singolare destino fu segnato.
Procedura di calcolo
Sia ammesso che il compimento del diciottesimo anno di vita di Dante sia al 11 giugno 1283, un plenilunio, si domanda quanti mesi lunari siano trascorsi dall'inizio dell'èra, 1,1,1 d.C. e a quale data corrisponda il plenilunio più vicino all'inizio.
a) Il giorno dell'anno corrispondente all'11 giugno è il 161mo sicché i giorni e i mesi lunari trascorsi dall'origine sono
1282*365.25 + 161 = 468411.5 giorni mesi lunari = 15861.90257
2.877 giorni prima, cioè al 29 dicembre del 1 a.C., avvenne l'ultimo plenilunio prima dell'èra cristiana.
A quale data corrisponde il plenilunio avvenuto 2,10,10 mesi dopo?
2,10,10 m = 7810 m 78010*29.5306 = 230633.986 giorni Si sottragga 2.877 giorni e si divida per 365.25 giorni e si ottiene:
631 anni; 158.35 giorni per l'intervallo trascorso che corrisponde alla data 8 giugno 632 d.C.
Tra questa data, proprio quella del giorno della morte del Profeta dell'Islam, e quella del diciottesimo anno di Dante vi sono
15682 - 7810 = 8052 mesi = 2,14,12 mesi = Ciclo di Apollo.
Dante narra che al 18mo anno parve allora vedere tutti li termini de la beatitudine (,III,1), perché Beatrice lo salutò, e Beatrice è il nome in codice della gloriosa donna della sua mente, il cui vero nome mai è detto. C'è da dubitare che il saluto della figlia di Folco Portinari possa procurare quella beatitudine espressamente indicata e soprattutto motivare un diciottenne ad una dura ricerca, come quella che Paradiso XXV,1-12 lascia trasparire.
L'impiego del marmo verde di Prato si giustifica solo per la sua abbondante reperibilità oppure, dopo quanto trovato, è anche un simbolico riferimento al colore dell'Islam?
Le due stelle indicate nello schema temporale sono a Piscium e a Canis Majoris, cioè Sirio. La prima segnò l'equinozio di primavera dopo 65° di precessione dal tempo di origine e la seconda misurò, espressa in mesi, la longitudine di 2,23,21 sempre al tempo di origine.
A questo punto due sono le direzioni di ricerca: a) quella relativa al reperimento del catalogo stellare; b) quella relativa ai tempi della storia della salvezza.
Quanto misurò la stella dei Pesci al Natale di Cristo? La risposta si trova solo in un testo cristiano, come è quello dell'Apocalisse di Giovanni. In che tempo succede che Sirio abbia come longitudine il tempo del Natale? Al tempo di Isaia, a 14,2,12 mesi dall'origine.
Quanto dista Sirio da z Tauri? Due volte la longitudine di Sirio al tempo iniziale.
Quando la stella dei Pesci segnò l'equinozio di primavera, dopo 57883.5 mesi dall'origine, z Tauri misurò 49182.5 mesi, cioè quanto a
Leonis misurava all'origine. E così si articola il racconto o mito del catalogo stellare, passando dall'intervallo temporale alla longitudine di una stella, e da questa nuovamente all'intervallo temporale.
Per l' intervallo di 7,4,3 m Sirio misurò 9,27,24 mesi. Per l'intervallo di 9,27,24 mesi Algol segnò l'equinozio di primavera. È difficile non riconoscere che quanto abbiamo appena scritto,dietro un calcolo, si trovi nelle tarsie del primo ordine del lato successivo alla porta Nord: 4 spazi bianchi alternati da tre verdi, ripetuti tre volte, e nove e sei specchiature contornate dal verde, suddivise in tre gruppi dalle due lesene verdi. Così il precedente schema temporale può ampliarsi, tenendo conto anche dei sistemi mnemotecnici della cultura del tempo. Si può constatare con il calcolo che il primo plenilunio dell'era cristiana si trova a 4,-3,-7 mesi da T3 e come da T2, (1,7,1140), andando indietro nel tempo di 4,-12,27 mesi, sequenza, questa, letta nel lato successivo a quello della porta Nord, si giunge ad un plenilunio pasquale che fu decisivo per la fede dei cristiani. Aggiungendo 44 mesi (= 4*11) a 4,-12,27 m si ottiente 4,-11,11 m. Che cosa rappresenti l'intervallo di 13751 mesi non potrà di certo essere intuito dall'esame della dicromia del Battistero. Si dovranno cercare libri e testi, che potrebbero essere proprio quelli di Boezio e di Cicerone, quelli citati da Dante, a meno che uno non abbia già incontrato quel numero, leggendo la descrizione dell'opera del Demiurgo nel Timeo di Platone quando incurva i segmenti della X in due circoli, quello dell'equatore celeste e quello dell'eclittica, quando cioè il Demiurgo passa dal diametro al cerchio, o, dal cerchio al diametro. 12,0,0 è la misura della circonferenza il cui diametro è 4,-11,11.
Per chi volesse studiare il passo platonico, legato alla divisione della scala musicale,
osservi come 13751 sia il risultato di
27*29 - 9*23 - 1*20
e come 27*28 = 6912 (dividendo per 2 il primo termine) sia la misura del Lichanos per un tetracordo secondo il genere diatonico secondo Boezio e come
27*25 = 864 sia la centesima parte della circonferenza il cui raggio sia dato in 13751 unità. Tale cerchio misura in lunghezza 24,0,0, quanti sono i secondi in un giorno di 24 ore.
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