Il battistero a Firenze

IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI A FIRENZE

    PARADISO XXV

       1 Se mai continga che 'l poema sacro
       2 al quale ha posto mano e cielo e terra,
       6 sì che m'ha fatto per molti anni macro
       4 vinca la crudeltà che fuor mi serra
       5 del bello ovile ov'io dormi' agnello,
       6 nimico ai lupi che li danno guerra;
       7 con altra voce omai, con altro vello
       8 ritornerò poeta, e in sul fonte


       9 del mio battesmo prenderò 'l cappello;
       10 però che ne la fede, che fa conte
       11 l'anime a Dio, quivi intra'io, e poi
       12 Pietro per lei sì mi girò la fronte.

    I versi di Dante esprimono qualcosa di molto importante non solo per il valore affettivo di un ritorno a Firenze, ma per il significato che questo ritorno implicherebbe: essere riconosciuto poeta proprio là dove ricevette il battesimo e con esso la fede. Quale rapporto ha la sua arte con la fonte battesimale di quel battistero da sperare e quasi invocare l'alloro di Apollo non al palazzo del Comune, ma a San Giovanni?
    La menzione del nome del Battistero e di una strettisima relazione ad esso si ritrova in Inferno XIX,17, un canto dedicato ai simoniaci, che le cose di Dio adulterano mediante oro e argento.

    INFERNO XIX

       16 Non mi parean [i fori] men ampi né maggiori
       17 che que' che son nel mio bel San Giovanni,
       18 fatti per loco de' battezzatori;

    Proviamo ad individuare come termini chiave di questi tre versi

    Occorrenze: San Giovanni: 17, battezzatori, 18

    e a scrivere il seguente intervallo temporale:

    DT = 17,18,35 m

    Per PARADISO,XXV

    Occorrenze: Battesmo: 9, entrai: 11, Pietro: 12

    TNatale + 9;0,11,12 tuono = T0 + 20,23,38 m = T1 =14,3,1150 [una data equinoziale]

    T1 - DT = 3,5,3 m

    Occorenze: e cielo e terra: 2

    3,5,3 - 2,0 = 3,3,3 mesi

    T0 + [3,3,3]+ [17,18,35]

    Questo intervallo si ritrova nella struttura dei pilastri a dicromia bianca e verde del lato della porta del Paradiso del Battistero assieme alla tripartizione dell'attico.
    Il medesimo intervallo si ritrova in PARADISO, XVIII,82-93:

       82 O diva Pegasea che li 'ngegni
       83 fai gloriosi e rendili longevi,
       84 ed essi teco le cittadi e' regni,
       85 illustrami di te, sí ch'io rilevi
       86 le lor figure com'io l'ho concette:
       87 paia tua possa in questi versi brevi!
       88 Mostrarsi dunque in cinque volte sette
       89 vocali e consonanti; e io notai
       90 le parti sí, come mi parver dette.
       91 DILIGITE IUSTITIAM, primai
       92 fur verbo e nome di tutto 'l dipinto;
       93 QUI GUBERNATIS TERRAM, fur sezzai.

    Infatti 17 sono le consonanti e 18 le vocali, la loro somma 35, cioè cinque volte sette. I versi di Dante inducono a studiare a quale grandezza si riferisca la sequenza 17,18,35, data la sua espressa indicazione.
    Se si leggesse questa sequenza come i gradi e i primi e i secondi di a Piscium, che pare segnasse astronomicamente l’era cristiana, si troverebbe l’intervallo di 73298 mesi dall’origine. Sottraendo a tale intervallo ancora la medesima sequenza, indicante questa volta mesi lunari, otteniamo la singolare sequenza di mesi 3,3,3 cioè 10983 mesi.
    A questo numero di mesi corrispondono 888 anni tropici. Questo è un dato significativo perché sia negli Oracoli sibillini, un testo giudaico-cristiano del II o III secolo d.C. sia in Marco il mago, riferito da Ireneo, vescovo di Lione, viene affermata che la gematria del nome greco di Gesù porta al numero 888: otto centinaia, otto decine, otto unità.
    Qui Dante vuole indirizzarci a cercare qualcosa che ritiene fondamentale per poterlo seguire. È necessario sapere che il numero otto nei monumenti della tradizione cristiana compare nei battisteri a pianta poligonale sotto forma dell’ottagono, e un ottagono, ricordo, è anche il duomo della roccia a Gerusalemme. La struggente nostalgia di Firenze dell’esule fiorentino è proprio rivolta al “bel San Giovanni” dove vorrebbe ritornare per ricevere l’alloro di poeta proprio là dove con il battesimo cominciò il suo cammino nella fede, come possiamo leggere all’inizio del canto XXV del Paradiso.
    La scrittura sonora di luci nel cielo di Giove ci porta e ci indirizza pertanto a visitare il battistero, un edificio che sicuramente ogni studioso di Dante conosce, ma dalla cui visita non ha però tratto nulla di significativo per la formazione culturale del poeta, che mostri cioè l’origine dell’eccezionale percorso poetico dalla Vita Nuova alla Divina Commedia.
    Con il modello interpretativo del sistema di comunicazione arcaica, ci si può subito rendere conto che la fonte per i versi 88-93 di Paradiso XVIII sia proprio il battistero San Giovanni a Firenze.
    “All'esterno un unico motivo contraddistingue i vari registri definiti dagli ordini: nel primo ordine tre grandi specchiature bianche contornate di verde; nel secondo tre (quattro sopra la porta del Paradiso) archetti pensili finti come si crede oppure, come possibile, una sequenza di mirhab contornati di verde (...); nel terzo, ancora grandi specchiature bianche contornate di verde con la variante, rispetto a quelle del primo ordine, di una leggera incassatura delle grandi lastre rispetto al contorno verde,(..)”. Così si esprime il curatore dello studio architettonico su S. Maria del Fiore, nel volume dedicato alla piazza, al battistero e al campanile di Giotto.
    Nel terzo ordine, l’attico, le tre grandi specchiature sono a loro volta tripartite su tutti i lati.
    La zebratura dei pilastri è un rivestimento con tarsie di marmo bianco e verde, opera di Arnolfo di Cambio che operò a Firenze nel 1288 per la pavimentazione della piazza attorno al battistero e verso il 1293 per la sostituzione dei precedenti pilastri in pietra.
    La persistenza del motivo della zebratura dei pilastri, suddivisi su due ordini, inducono a raccogliere secondo una tabella il numero degli spazi bianchi e quelli verdi dei pilastri angolari e vedere in quei numeri non la conseguenza casuale di un progetto semplicemente decorativo, ma quello intenzionale di un progetto comunicativo e informativo. I totali secondo le verticali (secondo i pilastri) e secondo le orizzontali (secondo i due ordini) forniscono i seguenti dati: 17 verdi 18 bianchi; 16 verdi 18 bianchi, 18 verdi 18 bianchi. La prima sequenza è quella principale, essendo ripetuta due volte. Si deve osservare che la porta est è stata rimaneggiata più volte e presenta sia una sequenza di cinque rombi a tarsia bianca con le due colonne spezzate aggiunte. Così possiamo affermare con un alto grado di certezza che la porta est del battistero assieme alla tripartizione dell’attico indica esattamente ciò che Dante descrisse e notò per la scrittura sonora nel cielo di Giove, cioè il tempo espresso da

    To + 3,3,3 + 17,18,35 mesi = To + 20,21,38 mesi

    Le consonanti corrispondono alle tarsie verdi e le vocali a quelle bianche. Le porte del battistero sono tre e quella sud presenta ai rispettivi lati due rettangoli con 22 elementi con al centro due simboli, una stella a sei punte in un rettangolo e nell’altro, un cerchio sulla cui circonferenza si contano in modo continuo otto archetti disposti all’interno del cerchio. Sono gli unici due simboli. Se all’intervallo precedente della porta est sottraiamo l’intervallo di 1,44,44 mesi della porta sud, andando così a ritroso nel tempo, otteniamo il tempo segnato da

    To + 18,36,54 mesi

    La porta nord assieme a due grandi specchiature contornate di verde collegate ciascuna da una tarsia verde presenta una successione di cinque rombi verdi all’interno di un rettangolo contornato di verde.Essi rimandano ai cinque rombi bianchi della porta est. I cinque rombi si trovano ai lati della porta. Se andiamo ancora a ritroso nel tempo sottraendo all’intervallo ottenuto con le due precedenti porte l’intervallo di 2,10,10 mesi della porta nord otteniamo il tempo calcolato rispetto all’origine posta in Gemelli di

    To + 16,26,44 mesi

    Allo stato attuale della ricerca solo nei testi di Dante si ha la prova che egli si domandò a quale data del calendario giuliano dell’èra cristiana corrispondesse l’ultimo intervallo e diede la risposta dopo aver studiato i trattati di astronomia. Le date possibili sono solo due o il primo plenilunio dell’èra cristiana o l’ultimo avanti l’èra cristiana. Calcolando poi a partire dal suo tempo la longitudine del Sole per quelle due lune e a partire dal tempo zero secondo la procedura arcaica di calcolo della longitudine del Sole in base al numero dei mesi trovò che la data richiesta era quella del 29 dicembre del primo a.C. alle ore 17. Così fu facile trovare che l’intervallo di 18,36,54 mesi dall’origine corrispondeva alla data del 8 giungo 632 d.C. nel cui anniversario è posta la morte di Beatrice.

    Sul lato della porta sud si trovano ripetuti gli unici due simboli di tutta la decorazione esterna, fatta di marmo bianco e verde, all'interno di quattro quadrati, i cui lati contengono, ciascuno, 22 elementi:

    Un simbolo è costituito da due triangoli sovrapporti da formare l'immagine di una stella e un cerchio verde all'interno dei triangoli, che fa emergere una corona bianca attorno al cerchio scuro mentre l'altro, più difficile da identificare, è costituito da una circonferenza all'interno della quale un insieme di otto archetti congiunti, cioè una struttura che permette di connettersi a determinati punti posti sulla circonferenza. Se il primo simbolo della stella rimanda per gli elementi dei rettangoli a: longitudine della stella o/e stelle, il secondo simbolo rimanda a determinati tempi, sicché gli archetti devono essere compresi come simboli di intervalli temporali rispetto ad un' origine, in modo che si sappia in quale tempo la stella o/e stelle misurano quella longitudine.
    Poiché i vv. 88-93 di PARADISO XVIII implicano la seguente equivalenza temporale:

    Quando a Piscium = 17o 18' 35" a Columbae = 17,18,35 mesi


    è possibile che Dante ritrovò ancora un altro modo per passare dalla cronologia arcaica dei mesi rispetto a diverse origini temporali alla cronologia storica del calendario giuliano. Infatti il simbolo della stella a sei punte posta nel rettangolo con ventidue rombi è da vedersi in rapporto alla stella dei Pesci che segnò l'èra cristiana nella primissima tradizione giudaico-cristiana fino a Tertulliano e presente nel capitolo IV dell'Apocalisse. Essa si trovò a segnare l'equinozio di primavera, cioé ad avere longitudine 0o a

    22,0 mesi (22-6) giorni 6 ore prima del
    31 dicembre 1 a.C. ore 24 = 1 gennaio 1 d.C. ore 00


    Nello stesso modo vengono








    indicati i mesi i giorni e le ore che intercorrono dal tempo in cui la stella dei Pesci segnò l'equinozio di primavera e l'inizio dell'èra cristiana nell'absidiola sul di S.Secondo in Cortazzone d'Asti: sedici denti di lupo e sei archetti pensili.

    I due rettangoli con 22 rombi a tarsia bianca del lato della porta sud, essendo due i rettangoli con il simbolo centrale di una stella, permette di vedere che il tempo di 22,22,0 mesi è pari 6510 anni cioè a dieci cicli di Apollo, sicchè a 2,14,12 mesi dopo la data dell’8 giugno 632 giungiamo alla fatidica data dell’ 11 giugno 1283, alla data del saluto di Beatrice, quando Dante compiva 18 anni. Il riconoscimento di questa circostanza suggerì al giovane poeta di legare un momento determinato della sua vita, il diciottesimo anno, alla cronologia arcaica e al sapere cosmologico implicito in essa, così i riferimenti autobiografici permettono l’accesso al sistema culturale arcaico. Da tale informazione,inoltre, veniamo a sapere che Dante nacque l’11 giugno 1265 e i versi di Paradiso, XXII, 112-120 permettono di precisare anche l’ora della nascita, ore 11 e di comprendere il vero senso del saluto di Beatrice: una grazia divina, E poi, quando mi fu grazia largita/ d’entrar ne l’alta rota che vi gira/ la vostra region mi fu sortita, così si esprime Dante rivolgendosi alle gloriose stelle. Queste sono le stelle che passarono al meridiano quando respirò per la prima volta l’aria della Toscana, quand’io senti’ di prima l’aere tosco, dice il verso 117, e determinarono con il loro benefico influsso il suo destino, ma fu una grazia giungere alla conoscenza che il plenilunio del suo diciottesimo anno si situava ad un ciclo di Apollo dalla data del 632.

    Inoltre se gli otto archetti del simbolo interno a due rettangoli si riferissero all'intervallo temporale di otto anni, avremo un ciclo completo del pianeta Venere, ciclo così presente in Dante (nel Convivio,I,II,2) e nella pittura del Botticelli. La corona bianca-luminosa attorno al cerchio verde-scuro ricorda anche un'eclisse solare anulare a sei gradi di longitudine. Effettivamente ci fu un'eclisse solare, parzialmente visibile in alta Italia, compresa Firenze, quella del 20 marzo 1140, con una congiunzione Venere-Mercurio poco prima del punto equinoziale. Se questo riferimento non è una pura coincidenza il confronto tra i due simboli porta a scrivere

    LSole-Luna = 6o   LVenere = 6o - 8o = 358o


    Il verso palindromo attorno al sole nelle tarsie del pavimento del Battistero, con riferimento a cicli [planetari] può essere già di per sè una garanzia per prendere in seria considerazione il riferimento all'eclisse e al pianeta Venere.La lettura di questi due simboli pone pertanto in una nuova luce la funzione culturale del Battistero e suggerisce che esso sia stato fonte di conoscenze e non solo un modello per l'architettura, dal quale si è alimentata la cultura dei grandi fiorentini nei secoli e, soprattutto, sia stata la fonte primaria per Dante e per i poeti suoi contemporanei, Guido Cavalcanti e Lapo Gianni.

    Inoltre le due coppie di rettangoli ai lati della porta sud del battistero, essendo composti da 22 elementi posti sul perimetro, mentre i due simboli hanno sei (stella) e otto (circolo di archetti interni) elementi possono alludere al fatto che quando

    • Stella a misura 22+ 6,22+8 mesi = 1710 mesi
    • Stella b misura, 22,44,22-6;22+8 mesi = 81856.5 mesi

    È agevole constatare che la loro differenza sia di 80146.5 mesi, cui corrisponde un arco di precessione di 90°. Le due stelle sono Sirio e Andromeda. Una è la stella della Primavera (equinozio) e l'altra quella dell'estate (solstizio).
    Inoltre, dato che

    • 22-8,22+6, cioè 14,28 sono in successione geometrica
    • si può cercare il tempo quando una terza stella c misurava
    • 14,28,56 mesi
    Per ottenere questo intervallo è necessario sapere il valore al To della stella c. Applicando un principio di simmetria delle operazioni, essendo le operazioni compiute per ottenere 14,28 simmetriche a quelle per ottenere 16,30 per la stella b, il valore iniziale della stella c procedendo in progressione geometrica per i primi due termini

    • 6,3,0;22+8 mesi da cui si ha l'intervallo
    • DT = 6,3,0;30 + 14,28,56 = 20,31,56;30 mesi = 73916.5 m
    • e si possono quindi calcolare nuovi valori per
    • Stella b = 73916.5 + 8601 = 82517,5 mesi, essendo 8601 mesi il valore iniziale di Sirio
    • Stella a = 82517.5 -80146.5 = 2371 mesi = 39,31 mesi.
    Questi sono precisamente i valori presenti nella canzone Donne che avete intelletto d’amore della Vita Nuova e la stella c è Cupido/Amore. Ricordiamo che il numero dei versi de Roman de la Rose è precisamente 6,3,0 = 21780.

    La fonte della divina foresta di Purgatorio,XXVIII e della Primavera del Botticelli inaspettatamente qui emerge e appare, accomunanando Cavalcanti,Dante e Botticelli. Questa ci appare la ragione intrinseca della speranza di Dante di essere riconosciuto poeta proprio là dove ha ricevuto il battesimo e la fede e insieme alla fede, per propria applicazione, un sapere del cielo.



    Il Battistero come fonte per la cultura di Firenze.



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