Si osservi come quell'espressione del primo capitolo non sia una proposizione contenente un giudizio o affermazione, ma sia semplicemente una codificazione di termini numerici per la loro immediata memorizzazione. Qualsiasi ricerca storica sui termini non numerici non può giungere a far intravvedere il significato. Per chi conosca il significato di lambda e di deltaT come simboli di grandezze trattate nel sapere astronomico ha immediata la comprensione di quei numeri: essi sono i dati sui quali si deve operare per ottenere un valore di longitudine e un valore di intervallo temporale. Che l'algoritmo di calcolo sia proprio quello prospettato dalla tabella e non un altro viene provato dal controllo fatto mediante il calcolo arcaico della longitudine del sole e la trasformazione dei valori angolari dell'intervallo temporale, espresso come precessione degli equinozi o arco del polo celeste attorno al polo dell'eclittica, in mesi lunari medi,
trasformazione necessaria per poter fare i calcoli secondo quel sistema arcaico che per il Libro della Creazione ci pare basato sul ciclo lunisolare di 888 anni equivalente a 3,3,3 (=10983) mesi. La longitudine del sole al tempo zero risulta di 1° 40', otto primi in meno del valore generalmente in uso. Il numero 888 si ritrova anche negli Oracoli Sibillini (Sybyll. I,327) come equivalente al nome Iesous del Messia che deve giungere e prima ancora in Marco il gnostico come valore numerico del nome greco di Gesù. Su queste notizie confronta Franz Dornseiff, Das Alphabet in Mystik und Magie, pag. 131 e pag. 108. Essendo otto in rapporto all'ogdoade Marco espressamente parla di 8 unità, 8 decine, 8 centinaia. A questa proiezione riduttiva del sapere cosmologico sul nome greco del Salvatore reagirà in modo energico Sant'Ireneo nella sua opera contro gli eretici, in modo particolare contro Marco il mago. Questa circostanza assieme alla data individuata per il secondo plenilunio di primavera del 156 d.C. ci induce a prospettare l'elaborazione del nucleo fondamentale di questo straordinario testo della cultura ebraica, nucleo di pochissime espressioni facilmente memorizzabili, all'epoca della seconda rivolta giudaica all'interno della scuola di Rabbi 'Aqiba e della nuova versione in greco della Bibbia ad opera di Aquila pontico, versione voluta dal rabbino, giustiziato dai romani assieme al "Figlio della stella". Queste espressioni trasmesse oralmente, vennero in seguito, secoli dopo, ricomprese anche per il contatto con la nuova cultura islamica e inserite in un testo maggiore. Questa tesi fu già sostenuta da precedenti studiosi anche se le prove addotte non risultano, secondo altri, cogenti. Secondo R. Sa'adya Gaon (882-942) quel testo iniziale "sarebbe circolato a lungo in forma orale prima di giungere a noi nella sua redazione scritta" (Gadiel Toaff) e secondo alcuni dotti ebrei del Medioevo esso risalirebbe addirittura al patriarca Abramo. Il colofone recita: Qui termina il libro delle lettere di Abramo, nostro patriarca, chiamato Sepher Yezirah. Altri scrittori invece assegnavano il libro al rabbino 'Aquiba, che era conosciuto per la sua tendenza all'interpretazione mistica dei numeri. Il lessicografo Suida del X sec. d.C. alla voce Abramo attribuisce al patriarca "l'nvenzione delle lettere sacre e la scrittura della lingua che i figli degli Ebrei incontravano nel sapere". Nella sura Della Stella del Corano si fa un riferimento a quanto contenuto nei "libri di Mosè o d'Abramo". (Corano,53,36-37). Non è possibile dimostrare che questi riferimenti siano da riferirsi alla tradizione che diede origine al Colofone citato, tuttavia mostrano una diffusa attenzione al tema della invenzione della scrittura della lingua e a quella "alfabetizzazione del cosmo" che darà luogo alla metafora medioevale del "libro della natura".
Tuttavia quella tabella non è l'unica possibile e poiché più volte viene ricordata la sequenza 3,7,12 si può pensare che essa esprima una grandezza, la cui conoscenza è necessaria per poter eseguire calcoli precisi di cronologia astronomica. Se si conosce la struttura dellacosmologia arcaica si trova facilmente che tale sequenza indica la differenza dell'anno giuliano dall'anno tropico per un intervallo di 400 anni, intervallo ben presente nella Bibbia.
In secondo luogo si può applicare alla medesima sequenza una regola di composizione che faccia corrispondere al primo elemento il secondo e il terzo, al secondo elemento il primo,il secondo e il terzo, e al terzo elemento il primo e il secondo, come si può vedere nella seconda tabella. Il controllo mostra che quattro mesi dopo la prima data la sequenza sessagesimale 19,22,10 mesi esprime in mesi la longitudine di Sirio e così è possibile calcolare a quanti mesi lunari medi corrisponde al tempo zero la longitudine di Sirio, la stella pił luminosa del cielo: 2,23,21 mesi. Al plenilunio così individuato, il 18 agosto del 156 d.C., avvenne un'eclisse lunare come si può vedere dai dati del programma, trovandosi la distanza dal nodo ascendente lunare vicino a 180°.
Un altro riferimento all'anno 156 e precisamente al plenilunio della prima tabella si trova con il programma di calcolo. Al cap. IV,4 si legge:
Sette doppie: B G D K P R T. Sette e non sei, sette e non otto: esamina servendoti di esse ed indaga su di esse, Conosci, conta e scrivi. Colloca l'argomento nella sua luce e poni il Creatore sul suo Trono.
Il testo tramandatoci mostra anche un'interesse per tecniche matematiche legate al calcolo combinatorio, quali permutazioni e fattoriali.
Al capitolo IV,8 si legge nella traduzione di Gadiel Toaff:
Sette doppie: B G D K P R T. In che modo Egli le ha fuse una nell'altra? due mattoni costruiscono due case; tre mattoni costruiscono sei case; quattro mattoni costruiscono ventiquattro case; cinque mattoni costruiscono centoventi case; sei mattoni costruiscono settecentoventi case; sette mattoni costruiscono cinquemila case. Da qui in poi deduci e calcola quanto la bocca non può pronunciare e quanto l'orecchio non può udire. Interessante è il fattoriale di 10 espresso in notazione sessagesimale 10! = 16,48,0,0; Per un intervallo di 16,48,0 mesi si individua un plenilunio con Giove presso eta Geminorum E' forse questo il tempo della nascita del "Figlio della stella" ? Non lo possiamo sapere ma la congettura è così seducente che merita di essere indicata anche solo come semplice fantasia.
Per il lettore di lingua italiana sono accessibili tre traduzioni:
- Sefer Yezirah (Il libro della creazione) Traduzione dall'ebraico Prefazione e note di Gadiel Toaff, Carucci editore Roma 1979;
- Sefer Yetzira'. Libro della Formazione, traduzione letteraria del testo originale e introduzione di E. Shadmi, Roma 1981.
- Mistica ebraica, Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, A cura di Giulio Busi ed Elena Loewenthal, Introduzione di Giulio Busi, Giulio Einaudi editore, Torino 1995 pp.35-46.
Solo un algebrista con un dominio della lingua e della cultura ebraica tardo antica, nel contesto delle culture del tempo, può venire a capo di questa crittografia che comprende non solo il cosmo, ma la stessa sapienza divina, indipendentemente dalle speculazioni medioevali che hanno ulteriormente nascosto il significato di questo testo.
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